Testata: Corriere della Sera Data: 21 settembre 2012 Pagina: 22 Autore: Guido Olimpio Titolo: «I poster in metrò. L’ultima sfida della ricca ereditiera nemica dell’Islam».

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/09/2012, a pag. 22, l’articolo di Guido Olimpio dal titolo “I poster in metrò. L’ultima sfida della ricca ereditiera nemica dell’Islam”.

Pamela Geller

Robert Spencer

Attenzione, chi si occupa di islam e jihad viene sistematicamente attaccato da chi segue la politica dell’appeasement. Pamela Geller e Robert Spencer appartengono al gruppo ristretto di coraggiosi che hanno riconosciuto il pericolo che incombe sull’Occidente. Guido Olimpio riprende la breve pubblicata ieri sul Corriere della Sera (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=46130) e dà informazioni insufficienti e tendenziose sui personaggi, dei quali riprendiamo il manifesto (sotto) preparato per la metropolitana di New York.

Ecco il pezzo:

WASHINGTON — Pamela Geller è una guerriera. Che abusa del diritto di espressione trasformandosi nella pasionaria dell’islamofobia. Se c’è un’occasione per provocare, lei non la perde. Ex manager a New York, un ricco conto in banca grazie ad un’eredità e ad una polizza sulla vita, 54 anni, Pamela ha vinto anche la sua ultima battaglia. Potrà affiggere in dieci stazioni del metrò di New York dei poster con frasi non troppo distensive: «In ogni guerra tra un uomo civilizzato e un selvaggio, schierati con l’uomo civilizzato», frase della nota scrittrice Ayn Rand, musa della vestale anti—islamica. Poi a fianco una scritta in sostegno di Israele e un appello «a sconfiggere la Jihad». L’azienda dei trasporti si era opposta ma un giudice ha data ragione alla Geller e al suo gruppo, l’American Freedom Defense Initiative. Il progetto che ha sollevato polemiche ma anche qualche consenso tra chi ritiene non ci si debba fermare davanti a nulla. E Pamela non si ferma. Ieri ha spiegato: «Cosa c’entra l’Islam. Io mi riferisco alla Jihad». Il nome della Geller è uscito — anche se mimetizzato — nella vicenda del film blasfemo causa di tanti disastri. Sul suo blog ha ospitato, a febbraio, un intervento dove si spiegava il progetto del video e si chiedevano fondi. Lei è stata ben contenta di appoggiarlo, in linea con quello che pensa e dice. Non solo sul suo sito ma anche in tv. Pamela è stata spesso ospite a Fox News, dove ha continuato a lanciare maledizioni contro gli islamici usando metodi identici a quelli che lei vuole combattere. La Geller — secondo un rapporto — si è trasformata da blogger in attivista nel 2007 con una prima campagna a Brooklyn, seguita da quella ben più forte del 2009 contro il progetto di una moschea vicino a Ground Zero a New York. E con lei c’era Robert Spencer, altro personaggio apparso nel caso del video sul Profeta. Insieme hanno assunto la guida di una organizzazione dal nome inequivocabile: «Stop Islamization of America». La Geller, oltre a prendere di mira gli islamici, ha dedicato le sue attenzioni a Barack Obama. Affondando i suoi artigli nel presidente con teorie cospirative, anche bizzarre: è figlio di Malcom X, la madre ha posato per foto porno, un musulmano che non ha mai rinnegato la fede. Una furia che ha superato i confini americani. È in rapporti con molte organizzazioni di estrema destra europee — che l’hanno invitata a parlare — ed ha propagandato tesi negazioniste sulle stragi compiute dai serbi in Bosnia. Famoso il suo proclama sul «Mito del genocidio a Srebrenica». In giugno un’associazione ebraica di Los Angeles ha cancellato, in seguito alla proteste, un suo discorso e lei ha reagito con un riferimento ai convogli che trasferivano le vittime dell’Olocausto nei lager: «La leadership ebraica è sui treni e credo che noi ci andremo tranquillamente».

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