Nell’immagine a lato: la celebre foto scattata da Robert Capa nel 1949 in un campo di profughi ebrei giunti in Israele dai paesi arabi.

Il Ministero degli esteri israeliano ha lanciato una nuova campagna internazionale intitolata “Io sono un profugo”. La campagna, condotta dal vice ministro degli esteri Danny Ayalon, viene presentata in tre lingue (ebraico, arabo e inglese) e mira ad accrescere la consapevolezza, a livello internazionale, delle vicende di un gruppo di profughi ben poco noto: gli ebrei cacciati dai paesi arabi. Molti ebrei che vivevano da generazioni nei paesi arabi vennero costretti ad abbandonare case e beni sulla scorta di una serie di

violenze anti-ebraiche scoppiate nei paesi arabi in seguito alla dichiarazione d’indipendenza dello Stato d’Israele, spesso istigate o tollerate delle autorità. Tra il 1948 e il 1952, almeno 856.000 ebrei dei paesi arabi divennero profughi. La campagna “Io sono un profugo” viene condotta on-line, e in particolare su Facebook. Sulla pagina Facebook si potranno trovare storie personali di israeliani originari di paesi arabi, che vennero espulsi dalle loro abitazioni e dal paese dove erano nati dopo che tutte le loro proprietà erano state confiscate e i loro diritti cancellati dai rispettivi governanti. “E’ giunto il momento di correggere una perdurante ingiustizia storica che riguarda metà della popolazione israeliana – spiega il vice ministro Ayalon – Abbiamo iniziato con sessantaquattro anni di ritardo, ma non è troppo tardi. Nell’interesse di una autentica riconciliazione con i nostri vicini palestinesi, la questione dei profughi ebrei deve trovare soluzione”. Secondo il giornale pan-arabo edito a Londra Al-Hayat, la campagna guidata dal vice ministro degli esteri ha scatenato una tempesta di reazioni nel mondo arabo, a cominciare da Autorità Palestinese, Giordania, Algeria ed Egitto. Ayalon invita tutti i profughi ebrei dai paesi arabi e i loro discendenti ad aderire alla campagna caricando sulla pagina Facebook le loro storie personali, raccontate per iscritto o in video ed eventualmente accompagnate da documenti, fotografie ecc. “Raccontate al mondo la vostra vicenda, che è parte integrante della storia del popolo ebraico e della rinascita dello Stato d’Israele”, esorta Ayalon. La prossima fase della campagna sarà un convegno internazionale di giuristi ed esperti, da tenersi a Gerusalemme in settembre sotto gli auspici del Ministero degli esteri, del Ministero dei pensionati e del Congresso Mondiale Ebraico. È poi in programma una conferenza a fine settembre a New York, in concomitanza con la riunione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, durante la quale verranno presentate le storie personali raccolte sulla pagina Facebook.
(MFA, 5.9.12)
La pagina Facebook (in ebraico, arabo, inglese) della campagna: “Io sono un profugo”: https://www.facebook.com/imarefugee

Si veda anche:
Profughi di Serie A e profughi di Serie B. Su YouTube, il video esplicativo del vice ministro degli esteri israeliano http://www.israele.net/sezione,,3339.htm
Sono un profugo (ebreo): discendo da una famiglia cacciata dall’Algeria, ma il mondo non sa o non vuole saperne nulla http://www.israele.net/articolo,2930.htm
La “Naqba” degli ebrei del Marocco. Furono di più gli ebrei costretti a fuggire dai paesi musulmani che gli arabi palestinesi fuggiti dall’appena nato Israele: una storia che è stata troppo poco ricordata e raccontata http://www.israele.net/sezione,,2829.htm

DA: israele.net, 10-09-2012.

 

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