Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

 

Testata: Informazione Corretta Data: 09 dicembre 2012  Autore: Ugo Volli.

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.

Cari amici,
ieri a Gaza c’è stata una grande manifestazione, cui ha partecipato, secondo fonti ufficiali, mezzo milione di persone, cioè un terzo della popolazione (http://www.bloomberg.com/news/2012-12-08/gaza-rally-draws-thousands-to-mark-25-years-of-hamas.html). Che bravura, che organizzazione, che consenso! Si è mai visto un paese portare in piazza tanta gente con tanta disciplinata coreografia? Sì, ci riuscivano Hitler, Stalin, Mao, forse ancora ne sono capaci la democrazia popolare nordcoreana e la grande Cuba, ma avete mai visto qualcosa del genere nell’Europa contemporanea? Guardate, vi prego, queste foto: http://occupiedpalestine.wordpress.com/2012/12/07/photos-hamas-25-years-foundation-military-rally-dec-7-2012-hamas25/.

Guardate la fierezza di questi combattenti armati di mitra che si coprono la faccia col passamontagna – un po’ come i rapinatori, direte voi e io ribatto, no, come i bambini che portano scritto sul bavaglino “non baciatemi”. Guardate la bellezza di quel razzo di cartone sul palco dove si deve svolgere il comizio: un simbolo di pace e di amore, naturalmente, e anche un simbolo fallico di fecondità, un minareto riportato al suo vero significato… Guardate i bambini vestiti da attentatori suicidi, come dimostrano l’amore dei loro genitori… Guardate la dirigenza democratica di Hamas, vestita tutta di sobri abiti scuri di sartoria, per dimostrare la loro vicinanza alla gente comune, ma senza la borghese e occidentale cravatta al collo, che invece non manca ai loro guardaspalle, che così si confondono meglio con i businessmen di Gaza… guardate le donne, per lo più assenti, in particolare dalla parte ufficiale della manifestazione, così che non le possiate guardare con i vostri occidentali occhi concupiscenti, e se per caso stanno per strada fra la folla, rigorosamente velate, avvolte in larghi abiti, praticamente impaccate…

Guardate le bandiere verdi dell’Islam e dei fratelli musulmani, molto ma molto più frequenti di quelle palestinesi, indizi di quanto ad Hamas interessa davvero della “Palestina”… guardate i sistemi d’arma in mezzo alle case, che denotano la cura dell’organizzazione a tutelare la vita dei loro cittadini… Guardate il culto dei leader, che la stampa maligna dice in lotta fra di loro e invece si baciano e si amano come i veri capi devono fare, senza bisogno di noiosi processi democratici…. Guardate le Mercedes su cui si muovono, segno evidente della miseria di Gaza, e osservate i 2500 membri delle delegazioni straniere fra cui i bravi ribelli siriaini e gli ancor più bravi Hezbollah che li combattono e poi le delegazioni ufficiali dell’Autorità Palestinese, naturalmente moderata e di recente promossa a “stato osservatore”, divisa da Hamas per via di centinaia di morti ammazzati e torturati e imprigionati, ma qui presente per amore dell'”unità palestinese” e poi i rappresentanti di “Indonesia, Mauritania, Egypt, Algeria, Tunisia, Turkey, Libya and Jordan” come recita il comunicato ufficiale, segno evidente dell’isolamento della povera striscia assediata  (http://www.bloomberg.com/news/2012-12-08/gaza-rally-draws-thousands-to-mark-25-years-of-hamas.html).
Ascoltate, soprattutto:  “Benedico le mani degli uomini della resistenza armata che ha colpito Tel Aviv con razzi”, ha detto Mashaal. “Questo è l’unico modo per liberare le nostre terre occupate. E ‘la nostra unica scelta. ” Un comandante delle brigate al-Qassam Izzadine, l’ala militare di Hamas,naturalmente mascherato ha detto alla folla che il movimento stava preparando un esercito che  includerà truppe dalla Cisgiordania, Tunisia, Egitto, Teheran e Ankara, che costringerà gli israeliani a evacuare le loro case. E Meshaal, capo dell’ufficio politico di Hamas ha aggiunto: ‘La Palestina e’ nostra dal fiume al mare, dal sud al nord. Non cederemo un centimetro di terra”, ha affermato nella sua prima visita a Gaza da 45 anni. Celebrando la ”vittoria” di Hamas su Israele nell’ultimo conflitto di novembre, Mashaal ha quindi affermato che ”non riconosceremo mai la legittimità dell’occupazione israeliana”. ”La Cisgiordania, la Striscia di Gaza e gli arabi israeliani sono uniti nella resistenza, nel Jihad (la guerra santa, ndr) e nel martirio”, ha proseguito Meshaal. Ringraziando i bracci armati di tutte le fazioni palestinesi per il loro sacrificio durante il conflitto di novembre con Israele, Meshaal ha detto che ”la Palestina era e sempre sara’ degli arabi e dei musulmani. Non riconosceremo la legittimita’ dell’occupazione. La Palestina e’ nostra”. (http://italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/117694-gaza,-mashaal,-non-cederemo-neanche-un-centimetro-della-nostra-terra). Ma soprattutto ha spiegato la strategia: “Oggi abbiamo Gaza, domani avremo Ramallah [come dev’essere suonato bene questo accenno alla delegazione dell’Anp…], poi verrà Gerusalemme, infine Haifa e Jaffa [cioè Tel Aviv]” (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?ID=295084&R=R1, ma la fonte è l’agenzia ufficiale palestinese Ma’an).
A proposito, sapete che cosa stava festeggiando Hamas? Certo, la straordinaria “vittoria” dell’ultima guerra, in cui è stato distrutto il suo arsenale missilistico, alcune decine di suoi alti dirigenti sono stati eliminati e i suoi missili hanno tentato di raggiungere Tel Aviv e Gerusalemme, venendo regolarmente eliminati dagli antimissili isrealiani. Ma soprattutto venticinque anni di attività, centinaia e migliaia di attentati suicidi, agguati, strage di bambini, episodi come la storia della donna che condusse l’attentato al ristorante Sbarro e lo racconta dicendo che quando vide il risultato (decine di morti, molti bambini) anche se rischiava di farsi prendere “non potei evitare di sorridere”, persone come la figlia del terrorista che ha come massimo desiderio di farsi morire anche lei, convinzioni per cui gli ebrei sono all’origine di tutti i mali del mondo, inclusi uragani e terremoti… Se volete vedere i filmati di queste storie, andate qui http://www.idfblog.com/2012/12/08/hamas-celebrates-its-25th-anniversary/ e cliccate sopra le freccette corrispondenti.

Foto:Ugo Volli


Già che ci siamo, ieri era festa anche in Israele, ma non celebravano la vittoria dell’altro ieri, bensì quella del 170 prima della nostra era contro i greci? Non saranno sciocchi? Lo sanno tutti che allora non c’era un popolo ebraico e non c’era nemmeno il Tempio, che solo quegli illusi di cristiani possono pensare che Gesù abbia frequentato. E anche in Israele è questione di leader e di discorsi. Solo che invece che mostrare le armi e i guardaspalle, si occupano di elezioni. Pensate che le ultime le hanno fatte nel 2009 e le prossime si svolgeranno regolarmente nel 2013, secondo il ritmo di una ogni quattro anni o meno. Anche Hamas ha fatto le elezioni, ormai sette anni fa, ma non si sogna di rifarle, perché quando sei scelto dal popolo, è come il matrimonio: per sempre. E allora perché sprecare tempo e soldi per le schede e i candidati e gli scrutatori? Loro sì che sanno cos’è la democrazia e la pace.

 

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