topTestata: Informazione Corretta
Data: 21 agosto 2013
Autore: Ugo Volli

Cartoline da Eurabia di Ugo Volli

a sinistra, Saeb Erekat, John Kerry, Tzipi Livni

Cari amici,

probabilmente domani, a orario ignoto e in una località ignota dei territori amministrati dall’Anp, si svolgerà il secondo colloquio (il terzo se si conta quello preliminare di Washington) delle trattative di pace così tenacemente volute dall’amministrazione Obama. Vi siete chiesti perché non se ne sa nulla? Perché neanche del primo si è avuta una misera foto, per non dire un verbale, un comunicato, un’indiscrezione? La ragione è semplice: come si racconta qui (http://www.gatestoneinstitute.org/3939/palestinians-peace-negotiators ) i leader palestinesi non vogliono assolutamente essere ritratti con gli israeliani perché temono le reazioni dei loro stessi militanti. Non è solo Hamas che si oppone alle trattative, ma tutte le fazioni dell’Olp, che hanno votato a grande maggioranza il loro rifiuto il giorno prima che Kerry le annunciasse e hanno ribadito la loro totale opposizione.

Lo scopo delle trattative è ora, dal punto di vista palestinese, trovare il modo di uscirne dando la colpa a Israele e senza imbestialire troppo il grande fratello americano, che ha appena sganciato urgentemente 148 milioni di dollari per salvare l’Anp dal fallimento immediato (http://www.jpost.com/Middle-East/US-delivers-148m-in-aid-to-Palestinian-Authority-323631). La risposta che si sono dati non è brillantissima, è la solita questione delle costruzioni negli insediamenti (attenzione, all’interno degli insediamenti, non di nuove comunità e per di più all’interno dei quartieri di Gerusalemme e dei “grandi blocchi” che in qualunque soluzione di pace è chiaro andrebbero a Israele, come Maalé Adumim e Gush Etzion, non negli “avamposti” che Obama vorrebbe far sgomberare). E’ un tradimento, un atto disumano, un crimine di guerra, si sono messi a strepitare (http://www.jpost.com/Middle-East/PLO-charges-Israel-with-war-crimes-anti-human-racist-acts-323504 ), subito smentiti da Kerry che ha detto come Israele non avesse preso nessun impegno a bloccare le costruzioni e loro lo sapevano benissimo. Il risultato è che si sono messi a gridare al tradimento anche contro Kerry, salvo smetterla quando si sono resi conto che anche per i cani rabbiosi c’è un limite al mordere la mano che li nutre, e cioè proprio il cibo – vale a dire i dollari – di cui hanno bisogno per evitare che l’ufficiale giudiziario bussi all’ufficio di Mahmoud Abbas.

Continuando a strepitare per le costruzioni, Abbas & Co. hanno pensato bene di mettere altra carne al fuoco. Così, mentre in teoria partecipano a una trattativa il cui scopo principale sarebbe di stabilire i confini della convivenza fra due stati, hanno fatto dichiarare alla loro radio che “un giorno Israele non esisterà più” (la dichiarazione esatta è questa: “Un saluto a tutti i nostri ascoltatori e buone feste a voi, la nostra gente in Palestina occupata [cioè Israele], nella Palestina del 1948, nei territori del 1948 [cioè Israele, creato nel 1948] … Saluti al nostro popolo ad Acri, Nazareth, Tiberiade, Haifa e Jaffa [tutte le città israeliane].! … che la vostra identità palestinese resti radicata nei vostri cuori e nelle menti. Ad Allah piacendo, un giorno la Palestina sarà di nuovo la Palestina ” (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/171079#.UhNhBJJ7KWY).
Carino, vero? Immaginate se la Rai facesse una trasmissione rivolgendosi agli italiani del 1945, cioè di Fiume, Zara, Ragusa, Postumia, o se la Germania lo facesse con Königsberg, Praga, Wroclaw… immaginatevi che cosa verrebbe fuori. E invece no, sulle “colonie” israeliane sono tutti pronti a sparare condanne, ma sul revanscismo palestinese stanno tutti zitti (http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/World-mum-on-PA-incitement-but-slams-Israel-on-construction-323645 ). A parte il fatto che nel 1948 ad Acco, Tiberiade, Haifa ecc. comandavano gli inglesi, prima del 1918 i turchi e nessuno aveva mai visto da quelle parti una cosa come i palestinesi (arabi sì, magari siriani, ma non palestinesi) e che uno stato palestinese non è mai esistito, né a Nazareth, né a Gerusalemme, né da nessuna parte.

C’è poi il fatto che all’Anp sostengono di aver avuto da Kerry delle assicurazioni che lui non poteva dare, come la linea verde presa a base dei confini del futuro stato palestinese. Probabilmente si tratta di vanterie propagandistiche senza corrispondenza con la realtà, dato che sono fatte in arabo per un pubblico palestinese. Ma è interessante leggere che la recente delibera dell’Unione Europea che mette al bando ogni collaborazione degli stati membri con prodotti e ricerche realizzate in Giudea e Samaria sarebbe stata concordata con loro (http://www.timesofisrael.com/us-letter-guaranteed-our-preconditions-pa-negotiator-says/? ). Può essere una bufala, lo ripeto. O un bluff assai imprudente di Kerry. Comunque è anche questo un buon pretesto per uscire dai negoziati. Perché ormai l’Anp e in genere il mondo arabo si sono impiccati alla loro propaganda. Hanno tanto demonizzato Israele da non poter ammettere di fare degli accordi o anche dei contatti, che invece fanno, senza poterlo dire. Il risultato è un’ambiguità insostenibile in epoca di informazioni aperte a tutti come questa.

 

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