Leviatan - gas naturale in Israele

 

 

 

 

       Una “particolare” alleanza d’affari. Il primo cliente ad aver siglato l’accordo per l’acquisto di gas naturale, dal giacimento israeliano Leviathan, è infatti la Palestine Power Generation Company; la società cisgiordana sta sviluppando la costruzione di una centrale elettrica nei pressi di Jenin.

Attraverso il contratto, la PPGC si è impegnata ad acquistare gas per il valore di 1,2 miliardi di dollari (corrispondenti a 4,75 miliardi di metri cubi di gas), in un lasso di tempo pari a vent’anni, a partire dal momento in cui il giacimento entrerà in fase di produzione.

Nonostante alcuni commentatori abbiano sottolineato che i 4,75 miliardi di metri cubi acquistati costituiscono una quantità inferiore rispetto a quelle acquistate da altri consumatori di gas israeliano e nonostante il contratto contenga parecchie clausole “limitative” (ad esempio, la PPGC ha subordinato al completamento della centrale elettrica l’efficacia delle disposizioni che la riguardano), l’importanza dell’accordo si evince da alcuni dati. L’Autorità palestinese rappresenta infatti l’8% del consumo di energia elettrica in Israele e Cisgiordania, con un consumo annuo che vede percentuali in crescita.

Si stima che Leviathan abbia riserve di gas pari a   538 miliardi di metri cubi e che se ne potrebbe estrarre anche del petrolio. Il manager Yitzhak Tshuvah, la cui società è partner dello Stato di Israele in Leviathan, ha infatti affermato: “Credo che una situazione economica florida e stabile, condivisa da entrambe le parti, possa portare a sua volta pace e stabilità nell’intera regione, in modo tale che ognuno possa beneficiare della prosperità e della crescita economica”.

 

        Sul fronte giordano, invece, Israele potrebbe beneficiare di quello che è ormai definito “progetto Red-Dead”, ovvero la costruzione di un canale che collegherà il Mar Rosso al Mar Morto, approvata nell’agosto 2013 dal Governo della Giordania. Il progetto prevede che all’estremità settentrionale del Mar Rosso venga installato un impianto di dissalazione per il trattamento dell’acqua che, desalinizzata, andrà a sud di Aqaba, mentre l’acqua salata verrà pompata verso il Mar Morto.

Il Primo Ministro giordano Abdullah Nsur ha assicurato che l’acqua verrà condivisa con Israele. Nsur ha comunicato gli estremi dello scambio:  la Giordania potrebbe vendere acqua desalinizzata ad Israele e acquistare acqua dal Mar di Galilea. “Un metro cubo di acqua dissalata costerebbe ad Israele un dinaro- ha affermato – mentre l’acquisto di acqua dal Mar di Galilea sarà più conveniente per ragioni legate ai mezzi di trasporto, che ci costano un terzo di un dinaro per metro cubo. Si tratta di un buon affare”.

Tuttavia, i maggiori dubbi – in relazione alla fattibilità dell’ “affare” – sono stati espressi dagli scienziati. Miscelare l’acqua del Mar Rosso con quella del Mar Morto, a causa del differente contenuto di sale, potrebbe creare una coltre di batteri; questi ultimi, in particolare, potrebbero distruggere l’ecosistema del Mar Morto, privando le sue acque anche delle note proprietà benefiche per la salute umana.

Gas naturale ed acqua: risorse il cui utilizzo è dunque destinato ad influenzare il futuro (non solo economico, è lecito pensare) dello Stato di Israele e dell’area circostante.

       

Giulia Levi

 

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