di Fiamma Nirenstein *

RajoubNon c’è “ciclo della violenza” in Israele. C’è un aggressore integralista islamico, identico a quello che in questo momento fa centinaia di migliaia di morti in tutto il Medio Oriente, che odia gli ebrei, ha ricevuto l’ordine di ucciderli nella sua stessa carta costitutiva, rapisce a sangue freddo tre ragazzini e li uccide cantando di gioia, come si sente nella terribile cassetta arrivata nelle nostre mani.

Se il ragazzo palestinese ritrovato ieri mattina nella foresta di Gerusalemme è stato ucciso da un gruppo di israeliani delinquenti psicopatici e razzisti (cosa per niente sicura al momento) questo non ha niente a che fare con l’assassinio sistematico e programmatico perpetrato da decenni da Hamas, una grande organizzazione che controlla un esercito, una porzione territoriale notevole, Gaza, una quantità di denaro.

Se gli assassini fossero ebrei di estrema destra, prima di tutto sono degli assassini, e questo non ha niente a che fare nè con l’ebraismo, nè col fatto che si tratti, se così fosse, di “coloni” categoria vituperata anche se il mondo ha appena avuto l’occasione di incontrare la grandissima pietà, onorabilità, la dignità infinita dei genitori dei ragazzi uccisi. Tutte persone che vivono nei famigerati Territori, come tante altre persone per bene che hanno agli occhi del mondo il difetto di ritenere che per accettare la cessione di parte dei luoghi oggi abitati dagli ebrei, Israele ha diritto a una maggiore sicurezza.

Cosa che davvero oggi esiste. Pensate se il Golan fosse stato sgombrato: sarebbe oggi terreno dell’assassino Assad o dei mostri qaedisti. Pensate se la valle del Giordano fosse stata concessa: sarebbe ora preda dell’ISIS, e li avremmo affacciati sul Mediterraneo. Un po ‘di buon senso e nessuna equivalenza morale, non è proprio il caso.

*** Pubblicato su Il Giornale del 4 luglio 2014

 

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