Testata: Informazione Corretta

Data: 07 dicembre 2014
Autore: Ugo Volli

lenin266A sinistra: 5 gennaio 1918
Lenin cancella la Costituente
e dà inizio alla dittatura.

Cari amici,

dopo l’Irlanda viene la Gran Bretagna, la Svezia poi la Spagna, poi la Francia. E ora? Sapete chi è il prossimo? No, non è un indovinello. Come avrete capito a prima vista in molti, è l’elenco dei parlamenti e dei governi che hanno riconosciuto la “Palestina” come stato, anche se palesemente non ne ha i requisiti. Ve lo dico io chi è il successivo che voterà nei prossimi giorni, è il Belgio (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/After-France-Belgian-parliament-in-line-to-recognize-Palestine-383573 ), che pure ha visto che cosa significa riconoscere la Palestina un paio di mesi fa al museo ebraico di Bruxelles.

Ma non è quello il punto, vero? . E dopo? Chissà, forse l’Austria, forse la Danimarca (http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/1.628997 ); probabilmente tutta l’Unione Europea. Un risultato abbastanza impressionante, non credete? Sì, è vero, sono atti privi di contenuto politico o giuridico, delle azioni propagandistiche fatte per dare soddisfazione ai tifosi, se volete delle buffonate. Se vi piace pensare così – l’ho letto in rete – buffonate che portano sfiga: il governo svedese è caduto un mese dopo aver deciso il riconoscimento della “Palestina” e su un tema tutto sommato assai affine, quello dell’immigrazione (http://www.timesofisrael.com/first-to-recognize-palestine-swedish-government-falls/ ).

E però, che diremmo se mezzo Sudamerica riconoscesse lo stato catalano, che ha mille volte più ragioni storiche, geografiche ed economiche di esistere della cosiddetta “Palestina”?
O se la Russia, che sembra propensa a finanziare la Lega, riconoscesse la Padania, o almeno il Veneto indipendente? Se la Cina manifestasse simpatia per la libertà della Corsica e della Scozia, ottime basi navali per il commercio intercontinentale?
Parleremmo certamente di azioni illegali e di atteggiamento coloniale – perché questo sarebbe certamente il caso per la Russia e per la Cina e questo vale anche per l’Europa.
Ma ci interrogheremmo anche sulle ragioni di queste scelte.
Be’ qualche domandina va fatta anche a proposito della sequenza che vi ho citato prima: Irlanda, Gran Bretagna, Svezia, Spagna ecc. Perché? Perché innanzitutto questa simultaneità? Com’è che d’improvviso i parlamenti, che al solito non si occupano della mattanza in Siria, dello Stato Islamico in Iraq, dello Yemen e della Libia, né dell’invasione cinese del Tibet o di quella russa del Caucaso, tutto di un colpo si scaldano tutti assieme sullo stato del regime arabo in Giudea e Samaria e non si lasciano distrarre neppure dalle stragi di terrorismo, dagli stracci che volano fra Hamas e Fatah, con conseguente delegittimazione del “governo di unità nazionale” fondato sei mesi fa e altrettanto conseguenza incapacità di qualunque parte palestinista di governare un territorio più grande di una piccola provincia italiana?
La villa a Wannsee dove venne pianificata la “Soluzione Finale”

Insomma c’è un piano? c’è un accordo? La risposta secondo me è: quasi. Intendiamoci, io non credo a nessuna congiura, non ho avuto informazioni su nuove conferenze di Wannsee in cui decidere le modalità della soluzione finale della questione israeliana. Ma d’altro canto, oltre alla contemporaneità, c’è un altro aspetto interessante in queste risoluzioni parlamentari: sono state tutte proposte da forze di sinistra “moderate” (corrispondenti cioè al nostro PD) o estreme (della genia della lista Tsipras e del Sel, o magari di quegli spagnoli di bella speranza di “Podemos” – incrocio iberico di Tsipras e grillini, di cui è uscito l’altro giorno che sono finanziati dall’Iran: http://www.lastampa.it/2014/12/05/esteri/podemos-sotto-accusa-il-leader-iglesias-finanziato-dalliran-OMZmbk8Q4Tx7sv6Lzgns8I/pagina.html ) .

Vogliamo parlare di solidarietà ideologica? Una cosa è sicura: l’Europa è “stanca” di Israele (http://mondoweiss.net/2013/12/official-threatens-occupation ) e lo dice apertamente. Questa “stanchezza” sta diventando un’abitudine linguistica: stanca l’Europa, stanchi i suoi stati, stanco Obama già anni fa (http://mondoweiss.net/2013/12/official-threatens-occupation ) stanco l’Onu, stanco soprattutto Abbas (leggete qui una sua recentissima intervista a un giornale egizioano, molto istruttiva: http://www.memri.org/report/en/0/0/0/0/0/0/8323.htm) .

Tutti stanchi, tutti vogliono finire in fretta: trentasei mesi, due anni e si chiuda “l’occupazione”! Non vogliamo più pensarci, basta esistazioni, trattative, equilibri! Lo stato di Palestina è un obiettivo dell’Europa e deve farsi subito, prima della fine del mandato di Mogherini!
Se gli israeliani non sono d’accordo, li costringeremo! Se obiettano che noi non c’entriamo, non li staremo a sentire! E’ curioso che tutta questa fretta arrivi nel momento in cui l’”accoglienza” europea dell’immigrazione musulmana suscita sempre più forti resistenze nella sua popolazione e anche quando il rifiuto arabo di Israele (e dunque l’appoggio a quell’invenzione tattica dell’ostilità araba per Israele che è l’invenzione della “Palestina”) resta attiva solo a livello verbale o di manifestazione di piazza ed è caduta ai minimi storici della politica reale (almeno per Egitto, Arabia Saudita ed Emirati).
George Steiner

Ma sono le ironie della storia: spesso gli effetti sono attivi quando le cause sono da tempo affievolite. L’Europa è stanca, dunque, come disse uno dei tanti famosi ebrei nemici di Israele, Georg Steiner, è Judenmüde (stanca di ebrei), come ne è stanco lui, naturalmente – salvo che si tratti di ebrei morti o di creature letterarie.

Vi ricorda qualcosa, questa stanchezza? A me sì, un momento centrale della storia del Novecento. Il 5 gennaio 1918 (18 dicembre secondo il vecchio calendario russo), si riunì a Leningrado un’Assemblea Costituente, unico e ultimo organo elettivo di quella che sarebbe stata l’Unione Sovietica. I bolscevichi avevano avuto un risultato mediocre alle elezioni e avevano solo il 25% dei deputati. Dopo che l’Assemblea respinse il loro progetto di costituzione e continuò per tutta la notte a discutere sul da farsi, un giovane marinaio di nome Anatoli Zhelezniakov (o Anatol Jeleznakoff) comunicò al presidente dell’Assemblea che “la guardia era stanca” e gli ingiunse di scioglierla.
La Costituente non fu mai più riconvocata e iniziò in quella data la dittatura dei bolscevichi, che ebbe tante e tali ripercussioni – oggi è chiaro a tutti per lo più negative – sulla storia del mondo. Senza quella stanchezza, o piuttosto senza la decisione di Lenin di ignorare la volontà popolare e di prendere il potere con un colpo di stato, la storia d’Europa sarebbe proba bilmente stata molto diversa.

Non illudiamoci, anche la stanchezza dell’Europa nei confronti di Israele e degli ebrei non è un puro stato d’animo, è l’illustrazione psicologica della decisione di tagliare un nodo. D’accordo con l’amministrazione Obama, che almeno è un po’ vincolata dal fatto che gli Usa sono una democrazia funzionante, che richiede ragione ai governi delle loro politiche, mentre l’Europa non lo è, l’élite europea ha deciso di costringere Israele a un accordo sulle linee di Abbas, che per lo stato ebraico sono un disastro, il serio rischio della distruzione.

Queste sono le prime mosse pubbliche. Seguiranno sanzioni, voti all’Onu e pressioni di tutti i tipi. Israele si troverà nella scelta se cedere e rischiare il suicidio o combattere da sola contro la volontà dell’opinione pubblica occidentale, potendo contare solo su pochissimi amici, che a loro volta rischieranno problemi molto seri, come accade già agli ebrei d’Europa. Questo è lo sfondo vero – non solo la lotta di potere – che spiega la crisi di governo in Israele: è necessario che ci sia una linea chiara e un leader legittimato per affrontare la stanchezza della guardia europea senza soccombere.

 

3 Responses to La guardia è stanca.

  1. veronica ha detto:

    ” buffonate che portano sfiga: il governo svedese è caduto un mese dopo aver deciso il riconoscimento della “Palestina” “: NO, non è sfiga.
    Dio ha sempre protetto Israele e continuerà a farlo. Poveri quelli che non l’hanno ancora capito o che NON vogliono accettarlo.

    Non solo Dio, ma anche l’amore che tutti noi proviamo per Israele…

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.