Noemi Cabitza

Per la Corte di Giustizia Europea non ci sono sufficienti prove che Hamas sia un gruppo terrorista. Così ne decide la rimozione dalla lista nera dei gruppi terroristici. Continua la suicida politica europea che premia il terrorismo e distrugge le democrazie.

Se fossimo stati nel periodo di carnevale avremmo pensato a una burla quando abbiamo appreso che la Corte di Giustizia europea aveva intenzione di accettare un ricorso avanzato da Hamas affinché il gruppo terrorista palestinese venisse rimosso dalla lista nera europea dei gruppi terroristici. Ma non siamo a carnevale e non è una burla.

Oggi la Corte di Giustizia Europea con sede in Lussemburgo dovrebbe ufficializzare la sua decisione di rimuovere Hamas dalla lista nera dei gruppi terroristici. Qualche mese fa aveva fatto altrettanto con le Trigri Tamil, una decisione che poi ha ispirato il ricorso di Hamas.

Secondo quanto si apprende, per la Corte di Giustizia Europea “non ci sarebbero sufficienti elementi di prova che Hamas sia un gruppo terrorista e quindi la sua inclusione nella lista nera viola le procedure della UE”. Hamas era stato inserito nella lista nera dei gruppi terroristici nel 2003 dopo forti pressioni di Stati Uniti e Israele.

Cosa succede ora?

In sostanza cambia assai poco. Nei fatti l’Unione Europea non ha mai considerato Hamas alla stregua di un gruppo terrorista. Ha continuato imperterrita a mandare denaro sapendo che sarebbe stato usato per fini terroristici. Già il fatto che una organizzazione abbia nel suo statuto l’obbiettivo di distruggere uno Stato democratico come Israele dovrebbe essere più che sufficiente per rientrare nei cosiddetti “parametri UE” e nella cosiddetta “procedura”, eppure miliardi di euro hanno continuato ad affluire ad Hamas mascherati da aiuti umanitari. Quello che invece cambia è l’aspetto politico. Di fatto se Hamas non è un gruppo terrorista è un movimento politico e quindi una decisione in tal senso è una vittoria politica di Hamas. Va detto che gli Stati europei avranno un paio di mesi per consegnare alla Corte di Giustizia Europea le prove che Hamas è un gruppo terrorista prima che la decisione divenga definitiva. Tuttavia non sappiamo quanti di questi Paesi avranno voglia di farlo o vorranno consegnare documenti classificati per provare che Hamas è un gruppo terrorista. Francamente e senza rischiare di scivolare nel bieco complottismo, riteniamo che non interessi a nessuno farlo e che, anzi, viste le immense pressioni su Israele tutto questo rientri perfettamente nella linea politica europea, da sempre anti-israeliana.

A questo punto non ci meraviglieremmo nemmeno se Abu Bakr al-Baghdadi chiedesse di aprire un ufficio di rappresentanza a Bruxelles e gli venisse permesso, se per l’Europa Hamas non è un gruppo terrorista tantomeno lo dovrebbe essere lo Stato Islamico. Credevamo che l’unione Europea avesse toccato il fondo e che più in giù non poteva andare. Ci siamo sbagliati, ancora il fondo del barile è ben lungi dall’essere toccato.

Scritto da Noemi Cabitza

rightsreporter.org

 

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