Al di là del clima di cordialità, Donald Trump ha provveduto a fare presente a Abu Mazen la necessità di porre un freno all’incitazione palestinese alla violenza, al che il presidente dell’Autorità Palestinese ha replicato come la gioventù palestinese venga allevata nel rispetto della pace e della tolleranza.

In un articolo del 2005, Itamar Marcus e Barbara Crook hanno evidenziato come i leader dell’Autorità Palestinese abbiano costruito un apparato propagandistico accusatorio contro Israele basato su tre stadi nei quali gli ebrei, non gli israeliani, vengono presentati come un popolo ontologicamente malvagio e meritevole di essere annientato.

Lo stesso Abu Mazen non si è peritato. Dall’esortazione a versare il “puro sangue arabo” a difesa della moschea di Al Aqsa contaminata dai °piedi sporchi degli ebrei° del 2015, all’accusa rivolta al governo israeliano di avvelenare l’acqua destinata ai palestinesi nella West Bank nell’estate del 2016, essendo la menzogna compulsiva è un tratto ineliminabile della sua personalità

Trump ha anche sottolineato la necessità di mettere fine ai pagamenti che l’Autorità Palestinese riserva alle famiglie dei terroristi incarcerati. A questa richiesta di Trump ha però risposto prontamente Nabil Shaath, il consigliere di Abu Mazen per gli affari esseri bollandola come “folle”. Per Shaath essa equivarrebbe a chiedere a Israele di smettere di pagare i salari ai propri soldati. Non si vede d’altronde come l’Autorità Palestinese possa vederla diversamente, avendo trasformato i terroristi in resistenti all’”occupazione” israeliana della West Bank (e in realtà dell’intera Palestina).

La questione dei pagamenti alle famiglie dei prigionieri palestinesi detenuti per atti di terrorismo è al centro della esortazione rivolta a Trump dai senatori repubblicani Marco Rubio, Tom Cotton e Lindsey Graham, i quali, prima dell’incontro, hanno chiesto che la questione fosse sollevata:

“Il pagamento dei salari alle famiglie dei prigionieri detenuti per terrorismo deve terminare sotto un profilo morale perché gli Stati Uniti non possono essere complici nell’incentivare il terrorismo e deve terminare sotto il profilo strategico perché l’Autorità Palestinese non riuscirà mai a convincere gli americani, il Congresso o Israele, che parla seriamente di pace mentre finanzia il terrorismo”.

Il budget speso dall’Autorità Palestinese per finanziare i terroristi e le loro famiglie ammonta a circa trecento milioni di dollari annui.

 

Niram Ferretti, L’Informale, 4/05/2017

 

 

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