[i](Boris Dubrov – Passover)[/i]

[b] Pesach o Pesah (detta anche Pasqua ebraica), è una festività ebraica che dura otto giorni (sette nella sola Israele) e che ricorda l'Esodo e la liberazione del popolo israelita dall'Egitto; la Pasqua cristiana – pur aggiungendo dei significati cristologici – trae origine da questa festività.[/b]

[b]Origine della festa[/b]

Il termine Pesach appare nella Torah (Antico testamento). Dio annuncia al popolo di Israele, schiavo in Egitto, che lui lo libererà, egli dice:

[i]«In questa notte io passerò attraverso l'Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame»[/i] (Esodo 12;12-12

Ad ogni modo, ordina al popolo di Israele di marcare gli stipiti delle loro porte con sangue di agnello cosicché:

[i]«Io vedrò il sangue e passerò oltre; colpirò invece con il mio castigo l'intero Egitto, e a voi non succederà niente» [/i](Esodo 12;13-13

La frase "[i]passerò oltre[/i]" in ebraico viene resa con la parola Pesach, da qui il termine italiano Pasqua. In inglese viene invece utilizzata la traduzione letterale "Pass Over" contratto in passover.

Sebbene il termine non sia menzionato prima del Libro dell'Esodo, ci sono tracce di osservanza della festività in epoca antecedente. In Genesi (19,3), si narra di come Lot accolse i due angeli che avrebbero dovuto distruggere la città di Sodoma cucinando per loro "pane non lievitato" senza alcuna ragione apparente.

I due principali comandamenti legati alla festa di Pesach sono: cibarsi di matzah (pane non lievitato) e la proibizione di nutrirsi di qualsiasi cibo contentente lievito durante l'intero periodo della festività. In epoca antica ve ne era un terzo: l'offerta dell'agnello nella sera del giorno 14 del mese ebraico di Nissan ed il cibarsi quella stessa notte del sacrificio di Pesach. I comandamenti sono stati trasformati in una cena particolare chiamata seder celebrata nelle prime due sere della festa (in Israele solo il primo giorno). Altri usi associati a Pesach sono il cibarsi di erbe amare ed altri alimenti durante la celebrazione del seder. Sebbene parecchie siano le spiegazioni che sono state date al cibarsi di pane azzimo, la più accreditata è che si tratti di un ricordo del pane di cui gli Israeliti si cibarono durante l'Esodo: durante la loro fuga dall'Egitto non ebbero il tempo di far lievitare il pane.

[b]Consuetudini ebraiche[/b]

Prima dell'inizio della festività gli ebrei osservanti eliminano da casa ogni minima traccia di lievito e qualsiasi cibo che ne contenga (questo viene indicato con il termine chametz). Questa tradizione viene chiamata 'bedikat chametz' (controllo del chametz). Durante tutto il periodo della festività non viene consumato cibo lievitato sostituendo il pane, la pasta e i dolci con le matzot (plurale di matzah) ed altri cibi appositamente preparati.

Pesach è una festività felice che viene solitamente trascorsa in famiglia. La prima notte, in particolare, è la più importante. Durante le prime due sere si usa consumare la cena seguendo un ordine particolare di cibi e preghiere che prende il nome di seder, parola che in ebraico significa per l'appunto ordine, durante il quale si narra l'intera storia del conflitto con il faraone, delle 10 piaghe e della fuga finale seguendo il racconto della Haggadah di Pesach. Tradizionalmente è il bimbo più piccolo della casa che chiede all'uomo più vecchio di raccontare cosa successe allora, con una semplice domanda (in ebraico מה נשתנה הלילה הזה מכל הלילות, che si legge Ma nishtana ha laila hazeh micol ha leilot? e che significa Cosa distingue questa sera da tutte le altre sere? ).

[b]Il Seder[/b]

Durante il seder vengono utilizzate 3 matzot che vengono tenute coperte da un panno. all'inizio della cena viene spezzata in due pezzi quella di mezzo. Il pezzo più piccolo viene rimesso tra le due rimanenti, mentre il pezzo più grande viene utilizzato come Afikomen, ovvero l'ultimo pezzo di matzah che verrà consumata durante il pasto. Vi sono due usanze riguardo l'afikomen, entrambe con lo scopo di tenere i bambini attenti allo svolgersi della cerimonia. In entrambi i casi l'afikomen viene nascosta: nel primo caso da uno dei bambini per poi essere cercata dagli adulti e, nel caso questi non la trovassero pagando il bimbo per la sua restituzione. L'altra usanza prevede, invece, che a nascondere l'afikomen siano gli adulti e venga premiato il bambino che la ritrova.

Durante la cerimonia, un piatto, detto piatto del Seder è parte centrale della cena. Il piatto del seder è di solito decorato, ed ha dipinti tutti i principali simboli di Pesach. Al centro sono poste tre mazzot per ricordare la concitata e precipitosa fuga dall'Egitto. Attorno, nell'ordine (in senso antiorario e – nella tradizione – partendo dall'ingrediente posto di fronte al capofamiglia) vi sono il karpas, solitamente un gambo di sedano che ricorda la corrispondenza della festività di Pesach con la primavera e la mietitura che, in epoca antica, era essa stessa occasione di festeggiamento; un piatto di maror o erbe amare (solitamente un'insalata amara, come la cicoria) che rappresenza la durezza della schiavitù; una zampa arrostita di capretto chiamata zeru'a che rappresenta l'offerta dell'agnello presso il Tempio di Gerusalemme in occasione di Pesach, Shavuot e Sukkot; un uovo sodo (beitza) in ricordo del lutto per la distruzione del Tempio, e infine una sorta di marmellata preparata con frutta secca, noccioline, e vino (e altri ingredienti dolci, secondo la tradizione familiare) chiamato "haroset" che rappresenta la malta usata dagli ebrei durante la schiavitù per la costruzione delle città di Pit'om e Ramses. Alcuni, specie nell'uso italiano, aggiungono una seconda insalata, più dolce, come la lattuga.

La lettura dell'Haggadah inizia con un ricordo, un brano in lingua caldaica (A lahmà anià di achelu… : questo è il pane dell'afflizione che abbiamo mangiato… e prosegue con il brano Ma nishtana detto dal più giovane attorno alla tavola, come sopra detto. Un punto centrale del seder è quello in cui i quattro figli (il figlio saggio, il malvagio, il semplice ed il giovane, troppo inesperto per porre domande) chiedono al padre quale sia il significato di Pesach. I quattro fratelli rappresentano quattro tipi di Ebreo. Il figlio saggio (Quali sono le leggi e gli statuti che il Signore nostro Dio vi ha comandato?) rappresenta l'ebreo osservante. Il figlio malvagio (Cos'è questo per voi?) rappresenta invece l'ebreo che rifiuta la sua eredità e la sua religione. Il semplice (Cos'è tutto questo?) si riconosce nell'ebreo completamente indifferente. Il giovane, invece, colui che non conosce della propria cultura e tradizione a sufficienza per poter prendere parte alla discussione (A lui inizierai tu stesso il discorso). Poco dopo, vi è il ricordo delle dieci piaghe inflitte da Dio all'Egitto per indurre il Faraone a lasciare liberi gli Ebrei, e un esempio di pilpul, o discussione talmudica, in cui, nell'interpretazione rabbinica, le piaghe da dieci diventano quaranta, poi cinquanta, poi addirittura duecento. Più avanti, si ripete la promessa millenaria השנה הבאה בירושלים, Hashana haba'a b'Yrushalayim – l'anno prossimo a Gerusalemme. Nel corso del seder vi è obbligo di bere cinque bicchieri di vino, e quindi è naturale che, oltre ad essere composto da diversi brani cantati,termini di solito con canti tradizionali. Nella tradizione italiana, i canti sono in italiano, e si ricordano Had gadià, la storia del capretto resa famosa da Angelo Branduardi in forma ridotta con il titolo La fiera dell'est, e il conteggio, cantato, da uno a tredici, dove uno è ovviamente Dio, fino a tredici attributi divini, passando per due Tavole della Legge, tre Patriarchi, Quattro Madri di Israele, cinque libri della Torah, sei libri della Mishnah, sette giorni della settimana, otto giorni della circoncisione, nove mesi di gravidanza, dieci Comandamenti, undici costellazioni (nell'accezione ebraica), dodici tribù.

Dato che il nome di "Seder" significa "ordine" non v'è da sorprendersi vi sia un preciso ordine per ciò che accadrà durante la sera. La cena procede secondo quest'ordine:

• Kaddesh קדש (La benedizione del Kiddush e il primo bicchiere di vino)
• Ur'chatz ורחץ (La pulizia delle mani, come nella Netilat Yadaim ma senza benedizione)
• Karpas כרפס (Si intinge il sedano nell'acqua salata)
• Yachatz יחץ (Rottura della Matzah centrale.)
• Maggid מגיד(Racconto della storia di Pesach. Le quattro domande.)
• Rochtzah רחץ(Seconda abluzione delle mani)
• Motzi/Matzah מוציא / מצה (Benedizione sulle matzot)
• Maror מרור (Si mangia il charoset ed il maror)
• Korech כורך (Si mangia la Matzah, lo charoset, ed il maror)
• Shulchan Orech שולחן עורך (Viene servita la cena)
• Tzafun צפון (Si consuma la afikomen)
• Barech ברך (Benedizione dopo la cena, coppa di vino e benvenuto al profeta Elia)
• Hallel הלל (Si cantano le canzoni, coppa di vino)
• Nirtzah נירצה (Conclusione)

[b]Haggadah di Pesach[/b]

La Haggadah di Pesach è Una particolare Haggadah che narra l'uscita del popolo ebraico dall'Egitto, e che viene letta nella prima sera di Pesach nel corso del Seder.

[b]Il rituale [/b]

Gli ebrei, osservanti e meno osservanti, ortodossi, conservativi e riformati, hanno alcuni momenti di unione che non vengono messi in discussione. Se il più solenne è il digiuno di Kippur, quello più sentito e popolare è il Seder di Pesach, che si celebra appunto all'entrata di questa festa, ossia la sera in cui inizia la giornata del 15 di Nissan. In questa occasione, che di solito è di ritrovo familiare, si segue un rituale molto antico, che probabilmente risale, nella sua struttura, al periodo del Tempio di Salomone, e che è codificato, in modo sostanzialmente identico per tutti i riti ortodossi e conservativi (vi sono delle differenze nei vari riti riformati), nella Haggadah di Pesach.
La sua struttura comprende :
• Le benedizioni legate alla ricerca del chametz. Durante la festa di Pesach in una casa ebraica non vi devono essere tracce di cibi lievitati e, dopo una profonda pulizia extra liturgica, viene fatta un'ultima ricerca di cibi lievitati, citando in una benedizione l'obbligo a farlo. Il chametz ritrovato fino al giorno prima della vigilia di Pesach viene buttato via, trattenendone una piccola parte. Subito dopo il chametz eventualmente non trovato viene annullato con un'altra benedizione. Il mattino della vigilia il chametz conservato (un pizzico) viene bruciato e l'eventuale dimenticanza annullata nuovamente.
• Il Seder vero e proprio. Si giunge alla sera della vigilia; a partire dal tramonto, dopo la conclusione della preghiera serale di Arvith, inizia il Seder (in ebraico : סדר – ordinamento) di Pesach, nel corso del quale viene osservata una liturgia precisa, meglio descritta nella voce apposita. Nel corso di questo, dopo abluzioni e santificazioni, si giunge al capitolo Maggid (in ebraico : מגיד – narratore) che è il cuore dell'Haggadah di Pesach.

[b]Il racconto[/b]

La narrazione dell'uscita dall'Egitto inizia con una recitazione in aramaico (nei riti italiano e rumeno – negli altri riti è parzialmente in ebraico) del brano A Lahmah (Questo è il pane dell'afflizione….) e segue con quello che è il brano più amato, Ma Nishtanah (Cosa differenzia questa sera dalle altre sere?), di solito recitato dal più giovane della tavolata, quasi sempre un bambino. In seguito vengono ricordati gli eventi che hanno portato all'Esodo, dalle dieci piaghe, all'apertura del Mar Rosso, alla distribuzione della manna, i dieci Comandamenti, eccetera. Il racconto termina con la celebrazione di D-o per quanto ha fatto, solitamente con dei canti.

[b]La festa delle azzime[/b]

Pesach, la pasqua, è la prima delle tre grandi ricorrenze liete della tradizione ebraica. La festa commemora la liberazione dalla schiavitù d’Egitto, evento che diede origine alla vita indipendente del popolo d’Israele e che fu il primo passo verso la promulgazione della Legge divina.

Inizia il 15 del mese ebraico di Nissàn, nella stagione nella quale, in terra d’Israele, maturano i primi cereali; segna quindi l’inizio del raccolto dei principali prodotti agricoli. È anche nota col nome Hag hamatzot, festa delle azzime. In terra d’Israele Pesach dura sette giorni dei quali il primo e l’ultimo di festa solenne, gli altri di mezza festa. Fuori d’Israele – nella Diaspora – la durata di Pesach è di otto giorni, dei quali i primi e gli ultimi due sono di festa solenne. In ricordo del fatto che quando furono liberati dalla schiavitù gli Ebrei lasciarono l’Egitto tanto in fretta da non avere il tempo di far lievitare il pane, per tutta la durata della ricorrenza è assolutamente vietato cibarsi di qualsiasi alimento lievitato o anche solo di possederlo. Si deve invece far uso di matzà, il pane azzimo, un pane non lievitato e scondito, che è anche un simbolo della durezza della schiavitù.
I giorni precedenti la festa di Pesach sono dedicati a una scrupolosa e radicale pulizia di ogni più riposto angolo della casa per eliminare anche i piccoli residui di sostanze lievitate. Usanza mutuata anche dalla lingua italiana nella quale ricorre spesso l’espressione "pulizie di Pasqua" – sinonimo anche delle "pulizie di primavera".

La prima sera viene celebrato il Seder, in ebraico "ordine", suggestiva cena nel corso della quale vengono rievocate e discusse secondo un ordine prestabilito le fasi dell’Esodo, rileggendo l’antico testo della Haggadah. Si consumano vino, azzime ed erba amara in ricordo dei dolori e delle gioie degli Ebrei liberati dalla schiavitù. Si inizia con l’invito ai bisognosi ad entrare e a partecipare alla cena e si prosegue con le tradizionali domande rivolte al padre di famiglia dal più piccolo dei commensali; la prima di queste è volta a sapere "in che cosa si distingue questa notte dalle altre?". Tali quesiti consentono a tutti i presenti di spiegare, commentare, analizzare i significati dell’esodo e della miracolosa liberazione dall’Egitto, le implicazioni di ogni schiavitù e di ogni redenzione.

I simboli della festa, la scrupolosa pulizia che la precede, il pane azzimo vale a dire il "misero pane che i nostri padri mangiarono" – il Seder, la lettura della Haggadah, fanno sì che ben pochi bambini arrivino all’adolescenza senza conoscere la storia dell’uscita dell’Egitto e senza avvertire che questa è una parte essenziale della loro storia.
La matzà, il duro alimento che sostituisce il morbido e saporito pane di tutti i giorni, sta anche ad indicare il contrasto tra l’opulenza dell’antico Egitto, l’oppressore, e le miserie di chi, schiavo, si accinge a ritrovare appieno la propria identità.
Può anche ricordare che la libertà è un duro pane, così come l’eliminazione dei lieviti può rappresentare la necessità di liberarsi dalla corruzione della vita servile e anche dalle passioni che covano nell’intimo dell’animo umano.

 

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