[b]AGGIORNAMENTO 12.03.09

Oggi a Roma dibattito sul rfiuto dell'Italia a partecipare a Durban II. Parteciperà anche Gerald Steinberg da Israele, direttore del centro NgoMonitor che studia le organizzazioni non governative, invitato da Fiamma Nirenstein.

Fonte: Informazione Corretta

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/03/2009, a pag. 15, l'articolo " Frattini su Durban: no a tolleranza silenziosa " sul dibattito che si terrà oggi a Roma, in piazza della Minerva 38, sul ritiro dell'Italia da Durban II. Ecco l'articolo preceduto dal commento di Fiamma Nirenstein e dal programma del dibattito :

Fiamma Nirenstein – " Frattini su Durban 2: 'non si può negoziare il non negoziabile' "[/b]

E' anche con queste parole che il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha oggi motivato, di fronte alle Commissioni Esteri di Camera e Senato riunite, la decisione dell'Italia di ritirarsi dal processo di revisione di Durban, ovvero la prossima conferenza dell'Onu contro il razzismo che si terrà ad aprile a Ginevra e che tutti conosciamo come "Durban 2".
Un comunicato sul sito del Ministero degli Esteri, che riporto qui sotto, approfondisce la questione. Ma per avere un quadro completo su cosa si nasconda dietro la facciata della "lotta contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza", ovvero i presunti obiettivi del processo di Durban, vi invito ancora una volta a partecipare domani al convegno che promuoviamo come Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele e che si terrà alle ore 16:00, alla Sala Capitolare del Senato (Piazza della Minerva 38).
Sono arrivate m oltissime richieste di accredito e vi ringrazio per questo.
Spero di vedervi domani!

Conferenza Durban: le ragioni di un "no"
11 Marzo 2009
La decisione del Governo italiano di ritirarsi dai negoziati in corso a Ginevra sul documento preparatorio alla Conferenza di revisione di Durban che si terra’ dal 20 al 24 aprile con il titolo "United Against racism: dignità and justice for all",è stata dettata da un duplice ordine di ragioni. In particolare:
• come nel 2001, di nuovo la questione israelo-palestinese fa capolino in diversi paragrafi del documento in discussione. Il documento negoziato sinora parla di “politica di discriminazione razziale nei confronti della popolazione palestinese”. Israele viene definita responsabile di praticare l’apartheid, la tortura e numerosi atti criminali che sarebbero in contrasto con i diritti umani. In definitiva, una “minaccia per la pace e la sicurezza internazionale”.
• il documento sinora negoziato contiene anche riferimenti alla questione della “diffamazione religiosa”. Esistono già le Convenzioni internazionali contro il razzismo. Occorre adoperarsi affinché siano pienamente applicate. Il governo italiano ritiene invece inopportuno parlare di “standard aggiuntivi”, che di fatto mirano ad introdurre nuovi limiti alla libertà di espressione nell’ ipotesi che sia una religione ad essere “diffamata”. La libertà di espressione è uno dei valori fondamentali della nostra civiltà e della nostra cultura giuridica, secondo la quale sono gli individui, non le religioni, ad essere titolari di diritti.
Su temi di questa importanza, profondamente condivisi da tutti i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia ha voluto riaffermare in maniera molto chiara il proprio orientamento. Non è un caso che tali temi siano stati definiti come “linee rosse” dell’Unione, che coincidono del resto con quelle delle altre democrazie occidentali, come ad esempio gli Stati Uniti.
La precedente Conferenza (la terza) contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza si svolse a Durban dal 31 agosto all’8 settembre 2001 sulla base della risoluzione dell’Assemblea Generale ONU 52/111 del 1997.
La Conferenza si concentrò su cinque temi (cause e forme di razzismo; vittime; misure di prevenzione, educazione e protezione; misure di compensazione e di risarcimento; strategie per realizzare una piena ed effettiva eguaglianza) e si concluse, dopo un difficile dibattito, con l’adozione, per consenso, di una Dichiarazione e di un Programma d’Azione. Tali documenti riaffermano in linea generale principi concordati a livello internazionale e contengono una serie di misure da mettere in atto per rafforzare la lotta al razzismo. Al tempo stesso, la Conferenza affrontò anche temi fortemente controversi, come la questione mediorientale, il riconoscimento delle ingiustizie del passato (schiavitù, tratta degli schiavi, colonialismo) e dei mezzi per compensarle o indennizzarle e l’identificazione delle vittime del razzismo e dei criteri di discriminazione.

Giovedì 12 marzo 2009, ore 16:00

Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele

CONVEGNO

"Durban 2: una conferenza antisemita contro la democrazia"

Interverrà:

On. Franco Frattini, Ministro degli Affari Esteri

Con:

Pierluigi Battista, Vicedirettore del Corriere della Sera
Sen. Rossana Boldi, Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele
On. Fiamma Nirenstein, Vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera
Piero Ostellino, editorialista del Corriere della Sera
Prof. Gerald Steinberg, Università di Bar-Ilan, Israele, Centro di monitoraggio delle Ong per i diritti umani
On. Gianni Vernetti, Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele

Presiede:

On. Enrico Pianetta, Presidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele

Senato della Repubblica
Sala Capitolare presso il chiostro del Convento di S. Maria sopra Minerva
Piazza della Minerva 38, Roma

CORRIERE della SERA – " Frattini su Durban: no a tolleranza silenziosa "

ROMA — ( m.ca.) Nelle commissioni Esteri di Camera e Senato Franco Frattini non ha trovato ostacoli alla decisione di far ritirare l'Italia dai lavori preparatori della conferenza dell'Onu sul razzismo (dal 20 al 24 aprile a Ginevra), al momento imperniata su una bozza di documento-base con punti giudicati antisemiti. «Non possiamo condividere una silente tolleranza verso una strada che porta al baratro», ha sostenuto il ministro degli Esteri. «Se si potrà azzerare tutto, torneremo», ha aggiunto.
Assente il principale promotore della seduta, Piero Fassino, ieri a Praga per l'Unione europea, il Pd ha riservato al ritiro alcuni appoggi e alcune riserve di metodo. I primi sono arrivati da Gianni Vernetti e Furio Colombo. Pietro Marcenaro ha chiesto che «l'Italia si muova con l'Europa». Critiche al ritiro, condiviso in tutto il Pdl, dal dipietrista Fabio Evangelisti.
Oggi, in piazza della Minerva 38 a Roma, se ne discuterà in un dibattito. Oltre a Frattini, Pierluigi Battista, Fiamma Nirenstein, Piero Ostellino, ci sarà l'israeliano Gerald Steinberg, direttore del centro NgoMonitor che studia le organizzazioni non governative (Ong). La sua tesi è che molte Ong potrebbero riportare la conferenza ai livelli di antisemitismo di quella a Durban nel 2001. «La "Nord-Sud21", pagata da Gheddafi, promuoverà a Ginevra un forum di Ong per affermare che in Israele ci sarebbe l'apartheid», dice Steinberg. «In generale, esistono gruppi come l'"Associazione comunità Papa Giovanni XXIII" che sono parte del processo di deumanizzazione di Israele. Si definiscono per la pace, in realtà sono solo pro-palestinesi», accusa. Senza risparmiare Amnesty International: «È una superpotenza.
Ma su Israele fa rapporti grossolani e tutti pro-palestinesi».

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[b]Senato della Repubblica
Giovedì 12 marzo 2009, ore 16:00
 
Associazione Parlamentare di Amicizia Italia – Israele Presenta il Convegno:
 

"Durban2:una conferenza antisemita contro la democrazia"[/b]

Interverranno:
On. [b]Franco Frattini[/b], Ministro degli Affari Esteri
Sen. [b]Rossana Boldi[/b], Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia – Israele
On. [b]Fiamma Nirenstein[/b], Vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera
Prof. [b]Gerald Steinberg[/b], Università di Bar – Ilan, Israele, Centro monitoraggi Ong per i Diritti Umani
On. [b]Gianni Vernetti[/b], Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia – Israele
[b]Pierluigi Battista[/b], Vicedirettore Corsera e [b]Piero Ostellino[/b], editorialista Corsera
Presiede:
On. [b]Enrico Pianetta[/b], Presidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia – Israele

[b]Senato della Repubblica
Sala Capitolare presso il chiostro del Convento di S. Maria sopra Minerva
Piazza della Minerva 38, Roma

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R.S.V.P
pianetta_e@camera.it
Per gli accrediti stampa: fax 06/67062947 (Sala Stampa del Senato)
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[b]L'analisi di Federisco Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 marzo 2009
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Da Durban 2001 a Ginevra 2009: è questa la lotta dell'Onu contro il razzismo?»[/b]

Penso che tutti gli addetti ai lavori abbiano un ricordo molto vivido della conferenza contro il razzismo tenutasi a Durban nel settembre del 2001. Il tema nobilissimo della lotta contro il razzismo era stato stravolto ad opera di molte delle ONG presenti al Forum in una serie di accuse rivolte contro Israele e solo contro Israele fino a degenerare in una fisica caccia all’ebreo che sconvolse chiunque ne fosse stato testimone. Charles Graves di Interfaith International, alla conferenza di Durban aveva persino avallato come giustificati gli attacchi suicidi contro civili israeliani, che in quel periodo stavano arrivando all’apice della violenza.
Nell’aprile del 2008 oltre 100 delle ONG rappresentate a Durban nel 2001 hanno sottoscritto un documento nel quale tra l’altro si afferma che “gli osservatori sono stati scioccati dalle violazioni procedurali nei processi preparatori e di redazione delle bozze, dal trattamento razzista che includeva violenza, esclusione ed intimidazione nei confronti di partecipanti ebrei, e dall’abuso di terminologie specifiche dei diritti umani nel documento riferito al conflitto israelo-palestinese”. La stessa alta commissaria dell’ONU per i diritti umani , Mary Robinson, ha denunciato “l’atmosfera carica di odio e perfino razzista” in senso antisemita presente al Forum delle ONG di Durban ed ha pertanto rifiutato di sostenere la dichiarazione finale emersa da quel Forum (che, ricordiamo, era avvenuto sotto l’egida dell’ONU). Siamo ora alla vigilia della Conferenza denominata Durban II, che comincerà a Ginevra il 20 aprile ed avrà il compito di monitorare i risultati conseguiti (o i fallimenti) nel campo dei diritti umani dal 2001 ad oggi. Da anni oramai gli stati e le ONG del mondo islamico stanno alacremente lavorando alla elaborazione di documenti che contengano, mediante un uso attento delle parole, accuse infamanti nei confronti di Israele e portino alla delegittimazione di fatto, se non de jure, dello stato ebraico. Genocidio, pulizia etnica, crimini contro l’umanità, apartheid sono parole che si rincorrono nei documenti che dovranno confluire in quello conclusivo. Oltre ad Israele non vi è neppure un solo stato, dei 191 membri dell’ONU, che sia menzionato come razzista o sistematico violatore dei diritti umani. Una delle conferenze preparatorie, riunita a Ginevra dal 6 al 17 ottobre 2008 e presieduta dalla Libia (!), ha visto le ONG partecipanti dividersi sul tema delle accuse ad Israele ed all’occidente contenute, ad esempio, nell’agenda proposta dall’ Organizzazione della Conferenza Islamica. BADIL (Centro risorse per la residenza palestinese ed i diritti dei rifugiati) , finanziata tra l’altro dall’Irlanda, dalla Norvegia,, dalla Svizzera, ha accusato Israele di “sistematica pulizia etnica”. Altri incontri non ufficiali di ONG che dibattevano sull’opportunità di chiedere alle Nazioni Unite, come già nel 2001, un Forum delle ONG che affiancasse quello degli stati, hanno portato ad aperti attacchi nei confronti dei rappresentanti delle ONG ebraiche. Un attivista di una ONG presente a Ginevra ha dichiarato che “noi abbiamo dei problemi con i filo-israeliani. Condanneremo l’occupazione della Palestina. Noi sappiamo chi siete e dove trovarvi. Noi…sappiamo tutto di voi”. Può essere utile ricordare, a questo punto, come è composto il Consiglio dell’ONU sui Diritti Umani, recentemente rinnovato allo scopo di evitare le clamorose cadute di credibilità ed autorevolezza verificatesi in passato. Un nigeriano ne è il presidente, diplomatici dell’Azerbaijan, delle Filippine, dell’Argentina e del Canada sono vicepresidenti. Nel Consiglio siedono fra altri rappresentanti dell’Angola, del Camerun, della Cina, di Cuba, dell’Indonesia, del Madagascar, della Malaysia, del Nicaragua, del Pakistan, della Russia, dell’Arabia Saudita, del Senegal, dell’Ucraina. Il comitato incaricato di preparare la conferenza di Ginevra denominata per semplicità Durban II è presieduto dalla Libia; cubano è il suo portavoce, iraniano un membro dell’esecutivo. Insomma, la garanzia del risultato è assicurata a priori. Coloro che – stati ed ONG, ma anche media ed istituzioni culturali – hanno veramente a cuore il rispetto dei diritti umani possono difendersi da questo assalto che viene accuratamente preordinato contro chiunque difenda Israele o non sia disposto a mettere Israele, e solo Israele, sul banco degli accusati? Vi è chi ha scelto la via della non partecipazione a Durban II, come gli Stati Uniti, il Canada, l’Italia ed ovviamente Israele. E’ un modo per sottolineare la mancanza di imparzialità e di credibilità della conferenza, per delegittimarla a priori. E vi è anche chi parteciperà, vigilando però sui quattro punti comunemente indicati come la linea rossa oltre la quale si entra nel terreno minato dell’antisemitismo e della demonizzazione del solo stato di Israele:

1) accusare il solo Israele di infamanti violazioni dei diritti umani

2) includere nel documento finale la clausola che vieta la diffamazione delle religioni, che mediante un suo uso strumentale impedirebbe di criticare l’estremismo religioso islamista

3) elencare in ordine di importanza di una serie di forme di razzismo, con l’islamofobia come quella principale: pur essendo una grave manifestazione di intolleranza l’islamofobia, già denunciata anche al Forum dell’OSCE di Bucharest (giugno 2007) come forma di razzismo, va posta sullo stesso piano di tutte indistintamente le forme di razzismo,senza graduatorie

4) la soppressione dal documento della conferenza del 2001 della menzione della giornata di commemorazione della Shoah e della condanna dell’antisemitismo. I diritti umani e chi genuinamente li esercita e difende non devono in alcun modo diventare gli ostaggi prediletti di chi al contrario li stravolge ed usa solo per fomentare odio. E’ successo a Durban otto anni fa, non deve ripetersi a Ginevra fra 7 settimane.

 

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