Testata: Informazione Corretta Data: 03 dicembre 2012 Autore: Ugo Volli.

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.

Un giornalista che non possiamo non considerare esperto di politica internazionale, anche se spesso non siamo d’accordo con lui, come Mimmo Càndito, ha sostenuto ieri in un editoriale sella “Stampa”, che dopo la risoluzione dell’Onu che ammette come stato osservatore l’Anp, è ora di considerare il popolo curdo. Giusto, perché a differenza dai “palestinesi” i curdi sono un popolo vero, non un gruppo di provenienze svariate come i “palestinesi”, perché l’esigenza di un loro stato fu già sancita dagli stessi congressi successivi alla seconda guerra mondiale che approvarono l’istituzione di quello ebraico, perché esiste un territorio e un governo provinciale curdo stabilito (nell’ovest dell’Irak). Ma difficilmente ci sarà qualcuno che odi l’Irak, la Siria, l’Iran, soprattutto la Turchia abbastanza, come il mondo odia Israele, per ritagtliare nel suo territorio il nuovo stato. Comunque vedremo.
Ma poi è di attualità l’indipendenza della Catalogna, che ha subìto una battuta di arresto alle ultime elezioni, ma è ancora largamente maggioritaria in quella popolazione. Anche qui c’è lingua, identità storica, volontà democratica. E dopo di essa, sempre in Spagna, ci sono i Paesi Baschi e la Galizia, che hanno le loro ragioni. Perché no? E perché non la Scozia, anch’essa con una storia di indipendenza, una lingua e un territorio preciso? La Corsica, che da sempre lotta per emanciparsi dalla Francia, cui fu unita da uno sciagurato trattato tre secoli fa? La Sardegna che vorrebbe staccarsi dall’Italia, sempre con lingua e identità precisa? La Sicilia? E come dire di no ai territori svedofoni in Finlandia? Alla Cecenia che combatte contro i russi dai tempi di Tolstoi?
All’Iguscezia e ad altre popolazioni del Caucaso? Come negare all’Armenia il Nagorno Karabakh e la regione annessa dall’Azerbajdjan al confine con l’Iran e la Turchia? Al Kossovo, che sta fra color che son sospesi? A  negare una riparazione sui territori armeni occupati e distrutti dalla Turchia duranbe la 1a guerra mondiale, dopo il genocidio? In Iran poi ci sono gli arabofoni verso il golfo e gli azeri, quelli veri, verso Nord… Non parliamo del Tibet, della divisione necessaria dello Sri Lanka, dei territori indigeni degli stati americani, compresi gli Usa, il Canada, l’Argentina, ma anche dell’Australia… Si registrano segni di volontà di scissione nel Texaz e in altri stati degli Usa, ma anche molto in Messico. Vi sono poi numerosi territori che devono essere suiddivisi nuovamente in Africa, secondo il volere delle popolazioni e non le mappe; e vi è da tener conto dei drusi in Libano e Siria, della necessaria divisione fra sunniti e alauiti nello stesso paese, dei conflitti in Yemen, nell’Arabia Orientale, nel Bahrein… Mi scuso con chi non ho nominato, saranno parecchi.
La conclusione è questa: se stiamo alla delibera dei giorni scorsi, l’assemblea generale dell’Onu, che comprende 193 membri, più alcuni (non-)stati non-osservatori, dovrebbe presto aumentare di almeno un terzo. Il faticoso percorso che ha portato fra il Seicento e i primi del Novecento alla costituzione di Stati  dovrebbe essere invertito e portare alla proliferazione di regioni più o meno grandi, più o meno omogenee etnicamente e culturalmente.
Be’, siate sicuri, non avverrà. Almeno non a partire dall’Onu. E’ possibile che sul terreno certi equilibri si alterino, certe popolazioni possano realizzare le loro aspirazioni nazionali, con le buone, com’è accaduto nella divisione dell’ex Cecoslovacchia o con le cattive, com’è successo alla ex Jugoslavia, e che l’Onu a un certo punto ne prenda atto. Ma nessuno spingerà mai per realizzare uno stato-che-non-c’è per esempio dei curdi o dei catalani, prima cher si realizzino le condizioni classiche della statualità, e innanzitutto un accordo di pace con i vicini da cui ci si separa. La ragione ve lo già detta, non c’è l’odio per questi paesi a motivare la scissione. A muovere la delibera dell’Onu non c’è una speciale passione per i palestinesi, che non interessano a nessuno quando si ammazzano fra di loro o sono sterminati da Assad . E’ l’odio per Israele e per gli ebrei, l’antisemitismo a spiegare tutto il tifo per lo stato-che-non-c’è, non altro.
Ugo Volli

 

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