0303266Testata: Informazione Corretta
Data: 03 marzo 2013
Autore: Ugo Volli.
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.
Cari amici,
nei giorni scorsi i giornali hanno dato un certo spazio alla dichiarazione del primo ministro Erdogan, fatta a Vienna nel corso di un evento dell’Onu dedicato al “dialogo fra Occidente e Islam” (!) secondo cui il sionismo, a pari del fascismo e dell’antisemitismo, ma soprattutto dell’islamofobia sarebbe “un crimine contro l’umanità”: trovate qui una cronaca di fonte “progressiva” israeliana (http://www.timesofisrael.com/erdogan-calls-zionism-a-crime-against-humanity/ ) e qui, sulla tv dell’Onu – c’è anche questa, figuratevi – potete guardarvi il discorso originale, con la traduzione simultanea in inglese: http://webtv.un.org/meetings-events/conferencessummits/un-alliance-of-civilizations-5th-global-forum-27-28-february-2013-vienna/watch/recep-tayyip-erdogan-turkey-unaoc-5th-global-forum-vienna-2013-official-opening/2193305959001.
La tentazione è quella di considerare questa sparata del primo ministro turco come la solita vecchia zuppa. Dopotutto Il 10 novembre 1975, l’Assemblea Generale dell’Onu approvò la risoluzione 3379, dove si sosteneva che il sionismo è una forma di razzismo (http://mondo.panorama.it/generazione-tel-aviv/Sionismo-uguale-razzismo-Israele-e-l-Onu-LA-STORIA) e la stessa Onu dal 28 agosto al 7 settembre 2001 promosse quel festival dell’antisionismo che fu la conferenza di Durban (http://sionismoistruzioniperluso.blogspot.it/2012/04/onu-la-conferenza-di-durban-e.html) e ci riprovò con “Durban 2” nel 2009, ospitando Ahamdinedjad e provocando il boicottaggio dei paesi occidentali (http://www.criticasociale.net/index.php?&&function=spunti_page&id=0000143). Nessuna meraviglia che ci riprovino.
Del resto, Erdogan è in grave difficoltà. Partito con l’idea di restaurare la potenza ottomana ed esercitare un soft power su tutto il Medio Oriente, fin ben al di là del Caucaso, sulla base di un’armonia regionale che diede origine allo slogan “zero problemi con i vicini”, la Turchia si contrappone oggi violentemente non solo al vecchio alleato Israele, ma anche alla Siria una volta grande amica, e in conseguenza all’Iran e all’Iraq che appoggiano il regime di Assad.
Ha minacciato di boicottare l’Unione Europea di cui in teoria è sempre un aspirante membro, in nome dell’odio alla Repubblica di Cipro, che ha anche minacciato con le armi; di conseguenza ha congelato i rapporti con la Grecia; non è riuscita a fare la pace con l’Armenia, che pure era stata una mossa sollecitata dagli americani; ha problemi con la Russia per tutte queste ragioni; non ha risolto il problema dei curdi; non è riuscito a egemonizzare i paesi arabi, diffidenti per antiche ostilità; la sua bolla economica si sta esaurendo e una crisi pesantissima è prevista. Insomma, un disastro, come sostengono gli stessi giornalisti turchi (a proposito, ce ne sono un centinaio in galera, come altrettanti alti ufficiali: essere un oppositore o essere visto come tale non è comodo a Istanbul e dintorni.
Per rendervi conto della percezione di fallimento della politica turca, vi consiglio di leggere questo articolo che accusa il governo Erdogan di essersi infilato in un settarismo sunnita (http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2013/03/akp-sunni-foreign-policy-turkey-sectarianism.html?). Nessuna meraviglia dunque che Erdogan continui ad attaccare gli ebrei e Israele, dato che questo è un tema sicuramente popolare nella sua base nazionale e internazionale: dopo Vienne l’ha fatto in maniera perticolarmente virulenta a Parigi (http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/04/08/a-paris-le-premier-ministre-turc-campe-sur-ses-positions-a-propos-de-l-iran-et-d-israel_1330569_3214.html).
E però, proprio su questo bisogna riflettere.
Che cosa significa dire che “il sionismo è un crimine contro l’umanità”? Notate, non una cosa brutta come il razzismo, non un avversario politico, un movimento che si considera sbagliato, pericoloso, immorale; ma proprio un “crimine” così grave da poter essere giudicato e condannato alle peni più gravi in tutto il mondo… Badate, il “sionismo”, non lo stato di Israele o “l’occupazione”.
Il sionismo, spiega Wikipedia nella prima riga della sua voce dedicata all’argomento è “un movimento politico internazionale, nato alla fine del XIX secolo tra gli ebrei residenti in Europa, il cui fine è l’affermazione del diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico mediante l’istituzione di uno stato ebraico”.
Se vogliamo tradurre, uno dei tanti patriottismi, come quello del nostro Risorgimento, che spesso si sono affermati contro opposizioni esterne e su territori contesi. Se è “un crimine contro l’umanità”, come definiremo invece il genocidio degli armeni, di cui la Turchia si è resa responsabile a partire dal 1915?
E però il punto è proprio questo. Non solo gli antisemiti come Hitler, ma anche gli islamisti, compresi quelli “moderati” come  Erdogan (e il presidente egiziano Morsi, che ha detto più o meno le stesse cose) attribuiscono agli ebrei un posto singolare nella storia, quello di un popolo che se vuole la propria autodeterminazione, commette un crimine contro l’umanità.
Se sta in esilio come minoranza negli stati di altre nazioni, merita di essere perseguitato, perché abusivo, sfruttatore, nemico dei propri ospiti; se invece vuole la propria autodeterminazione, cioè uno Stato, commette “un crimine contro l’umanità”, semplicemente per il fatto di volerlo. Come si è espresso un generoso giornalista televisivo irlandese, Vincent Browne (http://www.israelifrontline.com/2013/03/irish-channel-must-apologize-for-show.html?), e prima di lui molti islamici, naturalmente, è “un cancro”.
E il cancro va estirpato, cauterizzato, estratto chirurgicamente, bruciato con le radiazioni,  insomma distrutto in ogni modo.
Questo è il modo di pensare di Erdogan, di Morsi, di Ahmadinedjad, di Hamas, dell’Autorità Palestinese che continua a onorare volonterosi chirurghi (http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8605), di Al Queida, degli islamisti tunisini e pakistani, di tutto quel mondo.
Magari il tumore è inoperabile al momento, e allora bisogna cercare con vari espedienti di indebolirlo prima di operarlo, per esempio obbligandolo a fermare le metastasi delle sue abitazioni, dette anche “colonie”. Ma senza dimenticarsi mai che lo scopo finale è la sua estinzione. Perché non è solo una malattia, ma un crimine. Contro l’umanità.
E trattare con i criminali, mettersi d’accordo con loro, fare la pace, come spiega Ingroia, non si può fare, a sua volta è un reato. Per questo Erdogan non vuole chiudere la controversia della flottiglia con Israele, e i palestinesi non vogliono fare la pace, né l’Anp né Hamas. Al massimo una tregua, per far dimagrire il cancro.
Poi, via col bisturi.
 

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