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21 luglio 2014 By Rights Reporter

Ieri Papa Francesco ha lanciato il suo appello per la pace: «la violenza non si vince con la violenza, la violenza si vince con la pace» ha detto Papa Francesco all’angelus. Il Papa non può dire diversamente, è il concetto cristiano del “porgere l’altra guancia” che lo costringe a dire così. Poi però c’è la realtà.

E cosa ci dice la realtà che probabilmente conosce anche Papa Francesco ma che per il suo ruolo non può esprimere? La realtà ci dice che l’estremismo islamico sta velocemente conquistando un territorio dietro l’altro e non lo fa con “i fiori nei cannoni” ma con una violenza inaudita, mai vista a questi livelli. Lo fa con stragi immani, con esecuzioni di massa sommarie, lo fa attraverso una sistematica pulizia religiosa, attaccando i fedeli cristiani, bruciando le chiese, preferibilmente con i fedeli dentro. Lo fa distruggendo tutto quello che non è islamico che trova lungo il suo cammino. E come dovremmo rispondere a questa gente? Parlandogli di pace?

Ci scusi Papa Francesco se noi non ci stiamo, ci perdoni se non abbiamo nessuna intenzione di lasciarci massacrare da questo estremismo islamico che dilania mezzo mondo. Ci perdoni se non abbiamo nessuna intenzione di porgere l’altra guancia. No, noi pensiamo che alla violenza islamica si debba rispondere con la stessa violenza, anzi, maggiore. Noi crediamo nella “reazione spropositata” come la chiamano i pacivendoli della domenica, crediamo che con questa gente non ci sia nessuna possibilità di parlare semplicemente perché sono loro a non volerlo. Il loro obbiettivo è quello di sottometterci non quello di parlare di pace. La loro pace è la nostra morte.

E allora, se loro ci danno uno schiaffo noi gli diamo un pugno, se loro ci sparano con un fucile noi rispondiamo con un cannone, se loro ci tirano un missile noi gliene tiriamo dieci. Vede, caro Papa Francesco, noi ci teniamo alla nostra vita ma soprattutto crediamo di dover difendere la vita dei nostri figli, il loro futuro.

Vede, caro Papa Francesco, non c’è differenza tra gli islamici dell’ISIL e quelli di Al Qaeda, tra Hamas ed Hezbollah, tra quelli di Boko Haram e gli al-Sahaabab, vogliono tutti la stessa cosa, la nostra sottomissione o la nostra morte. E con questa gente dovremmo parlare di pace?

Il buonismo cristiano ha aperto le porte dell’occidente all’inferno islamico e loro ci sono entrati come un coltello caldo nel burro. Si sono insinuati in casa vostra e adesso iniziano a farsi sentire. Guardi le violenze di questi giorni nelle proteste contro Israele, i tentativi di attaccare le sinagoghe, guardi quelle immagini di distruzione perché è solo l’antipasto di quello che aspetta all’Europa se non aprirà in fretta gli occhi.

Per ora ce l’hanno solo con noi ebrei e soprattutto con Israele perché siamo gli unici che fino ad oggi abbiamo risposto colpo su colpo. Ci hanno dato uno schiaffo e noi gli abbiamo dato un pugno, ci hanno tirato un missile e noi ne abbiamo tirati dieci. E’ l’unico modo di parlare con loro. La parola “pace” per loro non ha nessun significato. E quando avranno finito con noi, se dovessero riuscirci, inizieranno con voi.

Lo so, la guerra è brutta, è brutto vedere morire la gente, ma con questa gente non si può parlare di pace, non si parla di pace con chi ha come obbiettivo quello di sterminarti.

Con profonda stima e simpatia

Scritto da Adele Ehrenfeld

 

8 Responses to Caro Papa Francesco, l’estremismo islamico non si combatte con la pace (lettera da Israele)

  1. veronica ha detto:

    I cattolici ancora non hanno capito che Gesù era un rabbino, dunque ebreo: c’è scritto pure nei Vangeli.

    Ad ogni modo hanno scassato con questa storia della crocefissione: era una prassi totalmente romana e non ebraica. Se volessero sapere come i giudici ebrei condannavano a morte, che si leggano il Talmud!!!!

    • Stefano ha detto:

      Con Due Amiche ho scritto un libro che, basandosi unicamente sui testi evangelici, dimostra la verità su Gesù. L’ho proposto al signor padrone della Giuntina, che dopo avermi detto che se pubblicato duemila anni fa, avrebbe evitato infinite persecuzioni e milioni di morti, ha aggiunto che non lo pubblica… (Non importa, fra pochi mesi se non ci saranno contrattempi potrò esporre le sue tesi in un contraddittorio in un università di Milano, e conto di poterlo comunque pubblicare in tempi brevi)

  2. Luciana ha detto:

    ciao sono d’accordo con Pasquale , Stefano, i cattolici
    sono sempre rancorosi con gli israeliani che
    cercano di difendere la loro terra.
    Una terra veramente libera e democratica!!! dai Kibbutz a Tel-Aviv a Gerusalemme ognuno puù vivere la propria sessualità, spiritualità e libertà di pensiero , credo che non sia poco in un medio oriente!!!!
    VIVA ISRAELE

    • Stefano ha detto:

      Purtroppo in ogni cosa, bisognerebbe poter eliminare la generazione di mezzo. Anche (e soprattutto) a causa di sue imprecise interpretazioni dei Vangeli, la Chiesa, con l’intermezzo solo di non molti Papi ragionevoli e aperti e dell’ultimo periodo del pontificato di Pio XI, fino al 1958 ha seminato antigiudaismo. Poi c’è stata la vigorosa azione di Giovanni XXIII. Ma come era inevitabile, la massa degli ecclesiasti che era stata istruita alla scuola antigiudaica, ha rallentato e addirittura riportato indietro (basterebbe leggere gli articoli di Famiglia Cristiana fino ai primi anni settanta e paragonarli ai successivi e agli odierni)Si può però sperare che il tempo pian piano consumi i vecchi infarciti di antigiudaismo, e che fra qualche decennio la chiesa si liberi finalmente dal secolare retaggio.

    • Pasquale ha detto:

      Non è poco, è tantissimo. Forse proprio per questo i comunisti e la minoranza integralista dei cattolici, vorrebbero distruggere Israele.

  3. Parvus ha detto:

    Mentre Pietro tace sui cristiani scacciati da un intera regione, le femministe tacciono sull’ordine di questo musulmano di mutilare tutte le donne della regione che ha conquistato.

  4. Stefano ha detto:

    Mentre Pietro è impegnato a dare geniali consigli su come risolvere la questione di Gaza, CRISTO VIENE SCACCIATO DALL’ORIENTE:

    Non ci sono più cristiani a Mosul. Alle 24 di sabato è scaduto l’ultimatum esplicitamente lanciato dai terroristi dello Stato islamico: o vi convertite all’islam o pagate la tassa di sottomissione o ve ne andate. «Altrimenti l’unica opzione resta la spada». Domenica dagli altoparlanti delle moschee i cristiani sono stati incitati a scappare e così hanno fatto.

    iraq-mosul-arcivescovado-siro-cattolico«CHE MALE FACEVANO?». «A Mosul è in atto una persecuzione ai danni dei cristiani», dichiara a Baghdadhope l’arcivescovo latino di Baghdad, monsignor Jean Benjamin Sleiman. «I cristiani sono andati via tutti ma non si capisce il motivo di questo odio, erano poche migliaia. Che male facevano? Che fastidio davano? Perché accanirsi contro di loro? Domande che non trovano risposta». Dopo la presa della seconda città più grande dell’Iraq e la creazione del califfato, i terroristi ex Isil hanno attuato una crescente persecuzione culminata nella cacciata di tutti i cristiani.

    ARCIVESCOVADO BRUCIATO. Ieri inoltre il palazzo episcopale dei siro-cattolici di Mosul è stato dato alle fiamme. Lo ha denunciato il patriarca della Chiesa siro-cattolica Ignace Joseph III Younan: «Le ultime notizie sono disastrose. Il nostro arcivescovado è stato bruciato totalmente: manoscritti, biblioteca. Hanno minacciato di ammazzare tutti i cristiani: questa è una vergogna per la comunità internazionale». Come se non bastasse, «i cristiani alla frontiera sono stati derubati di tutto, li hanno insultati e li hanno lasciati così: in pieno deserto a camminare».
    Le famiglie fuggite dalla città si sono rifugiate nel Kurdistan e a Qaraqosh, nella piana di Ninive. Qui hanno raccontato alla Bbc quanto dichiarato dal Patriarca: «Ci hanno lanciato un ultimatum, siamo dovuti fuggire ma alla frontiera ci hanno rubato tutto. Soldi, auto e gioielli. Hanno detto che appartenevano allo Stato islamico».

    iraq-san-benham-monastero-terroristiMONASTERO OCCUPATO. Un’altra notizia drammatica è giunta stamattina, riferita da Ankawa.com: il monastero dedicato al martire san Benham e a sua sorella Sarah, a 37 km a sud di Mosul è stato occupato dai terroristi, segno della loro rapida espansione nella Piana di Ninive. I monaci che solo tre giorni fa dicevano di stare bene sono stati cacciati. Il monastero, chiamato anche Deir Al Jubb, risale al IV secolo ed era stato restaurato nel 1986 diventando luogo di pellegrinaggio per i cristiani ma anche per alcuni musulmani. Si tratta del secondo monastero occupato, il primo era stato quello di san Giorgio, preso il 18 luglio nella parte settentrionale di Mosul.
    Infine è di stamattina la notizia che un docente di legge che lavorava nel dipartimento di Pedagogia dell’università di Mosul, Mahmoud Al ‘Asali, è stato ucciso dagli islamisti per essersi opposto alle azioni persecutorie contro i cristiani.

    • Pasquale ha detto:

      Il cristianesimo massacrato dagli islamici e rancoroso verso gli ebrei, non ha spiegazione razionale.

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