November 1, 2014

di arielshimonaedith

Ho notato che c’è una strana caratteristica che accomuna la maggior parte delle informazioni relative a ciò che accade in Israele, che vale per qualsiasi cosa abbia a che fare con il popolo ebraico, l’incapacità di considerare la successione temporale degli eventi e dare conto delle cose, non dico in maniera onesta ma quanto meno tenendo conto della cronologia degli eventi. Parto da alcuni dati che mi risultano essere stati comprovati da scavi archeologici e che difficilmente possono essere contestati, salvo da chi preferisce le favole alla storia.

L’ebraismo, delle tre religioni monoteistiche del bacino del mediterraneo, è la più antica (circa 4000 anni fa), vengono poi il cristianesimo (circa 2000 anni fa) e solo successivamente l’islam ( circa 1400 anni fa).
Non sono in grado e neppure desidero entrare nel merito di nessuna di queste religioni, solo una considerazione che in qualche misura ci mette in relazione con un fatto recente e ci permette di analizzare la situazione attuale: le procedure con cui ci si converte.
Karen Yemima Mosquera, la ragazza di 22 anni nata in Ecuador, uccisa in un attentato da un palestinese il 28 di Tishrì 5775 (22/10/2014), era a Gerusalemme per completare il suo percorso di conversione all’ebraismo. Aveva scoperto di discendere da una famiglia ebraica che era stata obbligata alla conversione al cristianesimo, in Spagna. Convertirsi all’ebraismo, nel suo caso sarebbe più corretto dire fare ritorno, non è semplice, innanzi tutto perché secondo la tradizione ebraica non è necessario essere ebrei per avere la salvezza ed i premi nel mondo futuro. Questo è uno degli elementi centrali che distinguono l’ebraismo dalle altre due religioni monoteistiche per le quali la salvezza viene concessa solo a coloro i quali abbracceranno il loro credo. Per questo motivo quando si ragiona in ordine alle rivendicazioni ebraiche ci si deve rendere conto del fatto che non hanno nulla a che fare con la guerra di religione, per l’ebraismo non può esistere una guerra di religione, una guerra santa. Per l’ebraismo esistono al limite rivendicazioni di diritti, che possono essere ragionati legalmente. Una tradizione che non fa proseliti, che non tenta di convertire, che riconosce la legittimità all’essere umano di salvarsi a prescindere dall’avere abbracciato il proprio credo non può fare una guerra santa!
Nel caso del cristianesimo i secoli hanno portato ad un’evoluzione della teoria della salvezza e soprattutto hanno modificato radicalmente il proselitismo in favore di una modalità molto meno aggressiva; per l’islam dobbiamo constatare che non c’è stata un’evoluzione in favore della tolleranza e della reciprocità, stiamo assistendo a pratiche assolutamente intense di conversione forzata e, dobbiamo constatare, che, quasi in nessuno stato a maggioranza islamica, è oggettivamente permesso praticare la religione ebraica ed ultimamente sta diventando quasi impossibile praticare quella cristiana.
Stiamo assistendo a guerre di religione: quelle dell’islam nei confronti di parti di sé stesso e soprattutto contro tutti gli altri!
Léon Askénazi ha detto: “nonostante le rispettive teologie siano assai diverse, vi è una certa convergenza etica tra Cristianesimo e Ebraismo. Nella comparazione tra Ebraismo e Islam i termini si invertono,le teologie sembrano compatibili ma assai differenti i percorsi etici” ed io credo che questo sintetizzi in maniera efficace i presupposti attuali delle relazioni tra le tre religioni.
Gerusalemme è il centro della tradizione ebraica, gli scavi archeologici hanno portato alla luce moltissime conferme di quanto narrato nel Tanakh. E’ possibile oggi calandosi nel cuore di Gerusalemme, visitare le antiche mura del Tempio che vi sorgeva. Gli scavi sono stati estremamente faticosi perché gli arabi hanno distrutto tutto il materiale archeologico di cui sono entrarti in possesso (hanno letteralmente frantumato e polverizzato i reperti archeologici!) ed hanno tentato e tentano in ogni modo di limitare gli accessi così da interrompere gli scavi. Non vogliono conoscere la storia, vogliono semplicemente che il mondo dia loro ragione, a priori ed a prescindere. Ciò che è grave è che sta accadendo, nonostante tutto…
Dell’antico tempio, oggi possiamo vedere alla luce del sole una piccolissima parte: il Kotel (o muro occidentale o più impropriamente muro del pianto), qui si raccolgono le preghiere del popolo ebraico ma anche quelle di chiunque voglia accedervi, è uno spazio aperto a chiunque, qualunque sia il suo credo.
Gli ebrei hanno sempre abitato Gerusalemme e questo è ampiamente testimoniato sia storicamente che archeologicamente, molti sono stati i tentativi di cacciarli ma non l’hanno mai lasciata, né fisicamente né spiritualmente. Anche gli ebrei che non potevano essere a Gerusalemme fisicamente, perché costretti a stare altrove, non l’hanno mai abbandonata, nessuno di noi dimentica mai Gerusalemme. Preghiamo in tutto il mondo rivolti a Gerusalemme ed ogni giorno nelle nostre preghiere la ricordiamo, ogni anno nella diaspora a Pesach ci auguriamo: Hashanà haba’a b’Yrushalayim che vuol dire “l’anno prossimo a Gerusalemme”.
L’islam che legame ha con Gerusalemme? Nessuno. Nel corano non è mai citata (potete cercare, non la troverete), i luoghi santi verso cui i mussulmani fanno i pellegrinaggi sono la mecca e medina. I mussulmani pregano rivolti verso la mecca, potete vederli mentre pregano fuori dalle moschee a Gerusalemme che rivolgono a Gerusalemme il dorso, non il viso.
“Il famoso Viaggio Notturno di Maometto (Isra e Miraj) è la base della rivendicazione di Gerusalemme come una Città Santa dell’Islam. L’unica cosa che il Corano ha da dire a questo proposito è il primo Versetto della sura 17, che dice che Allah trasportò Maometto dalla “Moschea Sacra” della Mecca “alla Moschea più lontana [al-aqsa]”. A quel tempo non c’erano Moschee a Gerusalemme, così la moschea “più lontana” non poteva essere in realtà quella che oggi, a Gerusalemme, porta questo nome, ma la tradizione Islamica afferma decisamente che questa moschea è a Gerusalemme. “ Con questo pretesto l’islam rivendica un inesistente legame con Gerusalemme, città che costituisce da sempre solo una terra di conquista, da depredare…
Nella migliore tradizione ebraica (nonostante l’ostilità da sempre dimostrata da parte sia dei cristiani che dei mussulmani nel corso dei secoli), dalla nascita del moderno Stato d’Israele, non è mai stato impedito l’accesso a nessun luogo santo per nessun osservante di nessuna religione, salvo per motivi di sicurezza e comunque il più brevemente possibile.
Possiamo dire la stessa cosa dell’islam?
Chi visita Israele sa perfettamente che sia ebrei che cristiani che si vogliono recare sul Monte del Tempio non possono, non solo avere con sé libri o simboli delle proprie religioni ma neppure muovere le labbra in una silenziosa preghiera perché, nel malaugurato caso che un islamico se ne dovesse accorgere, si sentirebbe autorizzato ad aggredire il malcapitato e, se non fosse per la presenza della polizia israeliana, finirebbe molto male.
Ebbene, il Monte del Tempio è il luogo Santo dell’ebraismo ma lo stato d’Israele non se ne è impossessato impedendo agli islamici di accedere alle loro moschee, ha cercato di trovare un modo perché questi potessero vivere in piena libertà il loro accesso, limitando invece la libertà degli ebrei. Si è stabilito, che l’amministrazione sarebbe stata del re di Giordania, mussulmano per garantire i mussulmani, che, purtroppo, con le sue recenti dichiarazioni ostili ad Israele, mostra molto chiaramente quanto sia spaventato dall’estremismo islamico, ma anche quanto stupidamente si stia giocando l’appoggio dell’unico stato in grado di offrire aiuto nel caso in cui le bande dell’ISIS tentassero di conquistarne il regno.
Mi sembra normale che ci siano alcuni ebrei (io sono tra questi) che non ritengono corretto venga loro impedito di andare sul Monte del Tempio a pregare e che vorrebbero poter accedervi esattamente come chiunque può andare al Kotel o al Santo Sepolcro…
Per quale motivo questa idea deve essere considerata una provocazione? Per quale motivo qualcuno può sentirsi autorizzato ad uccidere chi dichiara di pensarla in questo modo?
Per quale motivo Israele non dovrebbe cercare di proteggere la libertà di pensiero, parola e azione dei propri cittadini?
Perché sulla stampa internazionale un uomo che esprime un’opinione, il rabbino ed avvocato Yehuda Gilck, e per questo motivo subisce un attentato alla sua vita, viene dipinto come un destro facinoroso che in qualche modo se l’è cercata? Sappiamo invece che Yehuda Glick è un uomo di pace che pregava insieme ai musulmani leggendo con loro alcuni versetti del Corano, qualche giornale lo ha detto?
C’è qualcosa che non funziona se la stampa europea e statunitense a fronte di un attentato terroristico perpetrato per avere espresso un’opinione prende la parte del terrorista, il disordine è sia etico che cronologico. Etico perché nazioni e popoli che si definiscono democratici e per la libertà di opinione non dovrebbero avere alcun dubbio, dovrebbero stare dalla parte dell’avvocato che tenta, attraverso la legge di vedere riconosciuto un suo diritto (quello appunto di pregare sul Monte del Tempio) e dovrebbero condannare risolutamente il terrorista che non è interessato neppure vagamente a prendere in considerazione punti di vista diversi dal suo, uccide chi la pensa diversamente.
Cronologico perché il Tempio era lì prima delle moschee e quindi non c’è neppure da discutere, in teoria!
Israele è sotto attacco continuo, la fine dell’operazione a Gaza non ha chiuso il problema, come sa molto bene l’Egitto, la costruzione dei tunnel ed il tentativo di riarmarsi di hamas è in corso (grazie anche ai generosi aiuti ricevuti dall’europa e dagli stati uniti).
Israele ha scelto ancora una volta il rispetto per la vita e l’attenzione alla popolazione, questo la stampa non lo dice ma è soltanto Israele a fare passare gli aiuti umanitari a fornire gratis acqua ed energia elettrica a Gaza, è soltanto Israele che continua ad operare i bambini di Gaza che soffrono di deformazioni cardiache congenite. Occorre ricordare che mentre un palestinese scaraventava a tutta velocità la sua auto contro persone inermi alla fermata della metropolitana leggera di Gerusalemme, uccidendo la piccola Chaya di tre mesi e la giovane donna di cui ho detto sopra e ferendone gravemente altre sette; nelle stesse ore una delle migliori equipe mediche del mondo salvava la nipote di uno dei capi terroristi di hamas.
Tutto questo mentre in europa si succedono i riconoscimenti ad uno stato inesistente che non ha mai voluto prendersi la responsabilità di governarsi, mentre i giornali di tutto il mondo continuano a raccontare un’altra storia, quella che non esiste, quella che non tiene conto della storia, degli avvenimenti, del prima e del dopo, dell’etica della vita che cerca di non cedere alla volontà di morte.
E’ necessario che si faccia ordine tra gli eventi, per comprenderli, ancora una volta ordine etico e cronologico.
Come può l’opinione pubblica internazionale legittimare che Abbas chieda l’intervento dell’ONU contro Israele perché decide di autorizzare la costruzione di case a Gerusalemme (la capitale storica dello Stato d’Israele) e non invece chiedere un intervento contro Abbas che incita all’uccisione degli ebrei e che di fatto legittima gli attentati terroristici?
Eticamente per me è incomprensibile.
L’europa che sta nuovamente, con il suo antisemitismo, mettendo in pericolo la vita degli ebrei che la abitano (che dalla francia, e non solo, sono ormai costretti a migrare) pretende di impedire che Israele costruisca case necessarie ad accogliere il popolo ebraico ancora una volta in fuga?!?
Ancora una volta l’etica e la cronologia, ancora una volta ci troveremo il 27 gennaio con tutte queste persone che condannano Israele, senza neppure essere in grado di mettere in fila gli eventi, che piangeranno i morti della Shoah. Preferirei che evitassero e che piuttosto dichiarassero apertamente la loro comprensione e solidarietà solo e sempre per l’ebreo morto, mai per quello vivo e soprattutto che si difende!
Dal punto di vista cronologico la violenza a Gerusalemme est, la devastazione del Monte degli Ulivi (dove sorge uno dei più antichi cimiteri ebraici), gli attenti terroristici sono stati fatti ben prima che Israele decidesse di autorizzare la costruzione dei nuovi alloggi, allora come possiamo permettere ad Abbas, questo ignobile individuo, di nascondersi dietro il fatto di essere stato provocato dalle legittime scelte dello Stato d’Israele? Ha anticipato le azioni per rispondere ad un’azione che ancora non era stata compiuta? Non è che piuttosto ciò che vuole è alimentare il terrore in un’assurda competizione con hamas?
Dobbiamo, vogliamo rassegnarci a legittimare la logica secondo cui il consenso ed i voti, a quanto pare, vanno a chi uccide il maggior numero di ebrei?
Questo non vi ricorda nulla? Non vi fa venire in mente la storia ed il suo continuo ripetersi, perché l’occidente non ha imparato nulla?
Perché l’occidente non ha il coraggio di condannare risolutamente il terrorismo islamico?
Quello di cui gli europei e gli statunitensi devono rendersi conto è che purtroppo non è possibile trasformare l’odio in amore, bisogna scegliere delle regole etiche e decidere che chi non le condivide non può godere degli stessi diritti di chi le condivide. La democrazia per essere tale necessita sia di un Demos, di un popolo (nel senso di una “Collettività relativamente omogenea di uomini accomunati da lingua, cultura, origini, tradizioni indipendentemente dal fatto che vivano in uno stesso e unico stato) che di Kratos (che deriva dal gr. Κράτος mitica personificazione della forza) cui oggi si attribuisce il significato anche di governo.
Occorre reciprocità, non si può, concedere senza che altrettanto venga concesso. E’ necessario pretendere che l’islam sappia che c’è un limite ben preciso e che finché non sarà disposto, tutto, ad accettare e rispettare le altre culture religiose e non, finché non sarà disposto ad accogliere entro i propri confini qualunque individuo o comunità con le proprie peculiarità non potrà altrettanto essere accolto, non potrà esercitare la propria religione e la propria tradizione. Se non si sceglie questo con fermezza potrebbe capitare che un giorno qualcuno dei così detti discendenti di Maometto s’inventasse che in uno dei tanti viaggi astrali di questi, il prezioso zoccolo del suo cavallo si è posato sulla città del vaticano e per questo motivo impedirne l’accesso ai cristiani. Vorrei chiedere ai cattolici: cosa fareste in questo caso?
Per questo, tutti gli europei e gli statunitensi che oggi non sono al fianco d’Israele contro il terrorismo, che non difendono la propria identità democratica nell’accezione piena sopra descritta, confondendo la democrazia con l’assenza di regole stanno distruggendo la vita, la libertà e la democrazia, stanno distruggendo se stessi.
Non lasciamo che questo sia, impariamo a coltivare la libertà vera che ci giunge da chi è stato capace di scegliere di attraversare il mondo per poter rincontrare se stessa (Karen Yemima) , la propria storia, il proprio popolo nella piena libertà di sapersi già salva a prescindere.
Lo dobbiamo a tutte le vittime di questa cultura del terrore, lo dobbiamo a noi stessi perché solo così possiamo scegliere di non essere vittime, di essere artefici di una cultura che sceglie la vita ed il rispetto sempre, anche e soprattutto quando sceglie di difendersi.

arielshimonaedith.wix.com

 

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