Testata: Informazione Corretta
Data: 11 febbraio 2015
Autore: Ugo Volli

obamairancarftoon.266Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.

A sinistra: Barack Obama invia una richiesta di amicizia all’Iran su Facebook: “Voglio diventare tuo amico”.

Cari amici,
avete seguito lo scontro intorno all’intervento di Netanyahu davanti al Congresso degli Stati Uniti, programmato fra una ventina di giorni. Tutti ci avevano raccontato che Obama si fosse irritato perché l’invito sarebbe stato fatto dallo speaker della Camera Boehner a sua insaputa e che dunque esso costituisse “una grave violazione del protocollo”. Conseguenza: Obama e Kerry non riceveranno Netanyahu durante la sua visita a Washington (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/191137), il presidente del senato che per costituzione è il vicepresidente Biden, non assisterà al discorso, vi sono crescenti minacce di boicottaggio democratico della circostanza, vi è stata una campagna furibonda da parte della sinistra israeliana e degli obamiti americani, cui si sono uniti i soliti squallidi antisionisti di J-Street (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/191155). O meglio, avevamo creduto che fosse andata così sulla base di una notizia del New York Times. Peccato che lo stesso quotidiano, che funge spesso e volentieri da ufficio stampa dell’amministrazione Obama, ha dovuto smentire la sua notizia: non è vero che Obama non fosse stato informato in anticipo. Dunque l’amministrazione stessa ha fatto un trabocchetto al suo giornale preferito, pur di avere un pretesto per prendersela con Netanyahu (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/191103). Netanyahu, peraltro, è ben deciso a resistere alle pressioni e ad andare a parlare a Wahington (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/191134).


Barack Obama

Se non è lo sgarro diplomatico, qual è dunque la ragione di questa ridicola sceneggiata che Obama ha organizzato contro il primo ministro di Israele, cioè di uno stato che una legge del congresso ha annoverato fra gli alleati essenziali degli Stati Uniti? In effetti le ragioni sono due, entrambe molto pericolose. La prima è che Obama sta cercando di concludere entro marzo un accordo con l’Iran che, in cambio del fatto di assumere la leadership regionale, cioè di poter tentare liberamente di soffocare Israele, l’Arabia Saudita e l’Egitto, gli consentirebbe di conservare le centrifughe necessarie per fabbricare il combustibile per la bomba atomica, con il solo vincolo di un controllo internazionale su quel che ne fanno – un controllo di cui l’Iran potrebbe liberarsi semplicemente con un atto politico, arrivando in poche settimane a fabbricarsi la sua bomba (http://www.rightsreporter.org/obama-con-un-accordo-suicida-consegna-la-bomba-a-iran/). E’ il peggior tradimento che Obama intende lasciare in eredità all’Occidente: un nemico dedito fanaticamente all’espansionismo dell’Islam, padrone già dell’Iraq, della Siria, del Libano e dello Yemen oltre che di Gaza, col permesso di stare alla soglia dell’arma atomica. Nessuno ha mai fatto un danno del genere all’America, neppure quel poveruomo di Carter. Netanyahu è stato invitato al Congresso perché non ha paura di dire questa verità e può portarne le prove a chi può suscitare un conflitto costituzionale per impedire a Obama di tradire, forse in maniera definitiva, il suo paese. Per questo Obama sta cercando di impedirgli di parlare, o almeno di tramutare il suo discorso da una testimonianza a una questione di schieramenti politici.


Benjamin Netanyahu

La seconda ragione, solo la seconda, è che in Israele a marzo ci sono le elezioni politiche e Obama guida la cordata di coloro che vogliono a tutti i costi rovesciare Netanyahu e ci ha impegnato soldi, prestigio e relazioni, come vi ho già raccontato. E’ abbastanza chiaro che subito dopo le elezioni l’amministrazione Obama e l’Europa eserciteranno una pressione straordinaria per obbligare Israele a cedere il territorio che ne assicura la possibilità di autodifesa alle organizzazioni terroriste. E’ già pronto un piano di sanzioni molto pesante e un ricorso massiccio agli strumenti dell’Onu per provare a delegittimare Israele e a costruire una base terrorista come Gaza in Giudea e Samaria. In questo la dirigenza europea è in prima linea (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/191160). Quale che sia il governo che uscirà dalle elezioni, salvo che ci sia una maggioranza comunista/araba (Meretz più Lista Araba Unita), che insieme non fanno molto più del 20% dei voti, nessuno potrà cedere al ricatto di Abbas, di Obama e dell’Unione Europea. Israele non è certo disposto a suicidarsi. Ma altra cosa sarebbe avere un leader determinato, anche se cauto, come Netanyahu alla testa di un governo di centrodestra; altro avere un figlio di papà coinvolto in vari scandali e finora soprattutto ministro del turismo come Herzog e una voltagabbana inaffidabile come Livni.

Il secondo motivo è dunque questo: l’Unione Europea e l’amministrazione Obama stanno facendo un gioco sporco per indebolire Israele cercando di darlo in mano a un’amministrazione inesperta e di dubbie convinzioni, che oltretutto dovrebbe molto all’intervento straniero se per disgrazia vincesse. Insomma, quel che sta facendo Obama con l’uso spregiudicato di bugiardi e propagandisti squalificati è di rafforzare l’Iran fino al limite dell’atomica e di indebolire Israele fino alla paralisi. Di fronte a questo Netanyahu è l’ostacolo principale, insieme a Bennett che è il suo erede naturale. Abbiamo davanti un mese difficilissimo fino alle elezioni del 17 marzo e alla conclusione delle trattative con l’Iran, prevista per fine marzo. Speriamo che la stangata di Obama fallisca, com’è avvenuto finora per tutta la sua politica estera.

 

2 Responses to Speriamo che la stangata di Obama fallisca.

  1. JeffBymngype ha detto:

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