http://moked.it/blog/2008/11/12/libero-arbitrioricatto/

Con la parashà di Lekh Lekhà si può dire che inizi la storia ebraica. Inizia con l’ordine dato ad Avrahàm di abbandonare la sua terra per recarsi in una terra che Dio gli mostrerà. Ad Avrahàm viene chiesto cioè di rompere con il passato, di abbandonare usi e costumi sbagliati ma non gli viene indicato con precisione l’obiettivo da raggiungere. Ciò che è importante in questo momento è allontanarsi dal male. Sembra un inizio poco stimolante, in genere noi tendiamo a sottolineare l’obiettivo, il fine positivo, che invece in questo caso viene tenuto nascosto. Perché? Credo che possiamo individuare due insegnamenti fondamentali in questo inizio di parashà.
1) Noi siamo chiamati a scegliere tra il bene e il male. Viviamo in una società in cui si tende a relativizzare i confini tra questi due concetti. Per la Torà invece il male esiste e noi siamo chiamati
innanzitutto ad allontanarci da esso.
2) Se ci avviciniamo al bene senza esserci preventivamente staccati dal male, rischiamo di creare confusione e di non assumerci la responsabilità di una scelta. Rav Leib Chasman sostiene che questo atteggiamento è simile a quello di chi scrive su un foglio già scritto. La scrittura risulterà confusa e sarà quasi impossibile distinguere il nuovo dal vecchio.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano

 

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