Un articolo di Deborah Fait

 

 

 

 

a destra la salla della villa di Wannsee

Tempisti come il demonio, alcuni malati di mente hanno pubblicato in un sito dal nome Olotruffa( Olacausto-truffa), la pubblicita’ di una friggitrice modello BELZEC , marchio Auschwitz. Belzec fu il primo tra i campi di sterminio creati dai nazisti e reso operativo dal 1942. Secondo gli storici il numero degli ebrei bruciati a Belzec si aggira tra i 500.000 e i 700.000, si conoscono solo due superstiti Rudolf Reder e Chaim Herszman e forse per questo motivo il campo e’ poco conosciuto nonostante l’enorme numero di vittime.


Questi criminali delinquenti della friggitrice evidentemente lo conoscevano, gentaglia del genere si informa, amici miei, per loro leggere di ebrei morti ammazzati e’ un godimento unico, ieri come oggi. Si esaltano.
Non e’ facile scrivere della Shoa’, non e’ facile perche’ le parole sono povere e squallide a fronte di un argomento cosi’ tremendo, unico, spaventoso, tanto spaventoso da rasentare l’impossibile umano e da qui nasce il negazionismo, quell’ideologia schifosa che, alimentata dall’odio, nega lo sterminio degli ebrei o lo banalizza paragonandolo ad altri genocidi commessi dalla belva uomo.
Vi sono anche altri criminali che paragonano la guerra di difesa di Israele contro i palestinesi alla Shoa’. Ogni palestinese che muore li fa gridare al genocidio.
Sono criminali, delinquenti, gente senza coscienza e senza cuore. Settanta anni fa, in una bella palazzina confiscata a una famiglia di ebrei, quindici ufficiali nazisti si riunirono, il 20 gennanio 1942, per decidere la “soluzione finale del problema ebraico”.
Inizio’ cosi’, a Wannsee, un sobborgo di Berlino, l’idea dello sterminio totale degli ebrei d’Europa. Quindici persone, quindici uomini, belve feroci, dal sangue freddo come il ghiaccio decisero della morte di milioni di ebrei e lo fecero con un’intelligenza talmente diabolica da portarsi dietro tutta l’Europa, complice, e in tutto il continente ebbe inizio la caccia.
All’inizio non vi fu violenza ma preparazione alla violenza finale, si incomincio’ alimentando l’odio di cui i popoli europei erano facile preda dopo millenni di demonizzazione dei giudei e 400 anni di Inquisizione spagnola.
Si alimento’ la discriminazione, il desiderio di arianizzazione, gli ebrei fuori dalle scuole dagli uffici, dalle universita’, dovevano essere isolati per poterli poi portare , tra l’indifferenza generale, o in molto casi, tra il giubilo della gente, verso i campi della morte sui famosi treni da dove spuntavano le mani, da dove cadevano bigliettini di saluto , di disperazione, a volte cadevano bambini gettati fuori dai carri bestiame dalle madri nella speranza di salvarli.
L’Europa dalle fauci sporche di bava e di sangue dava la caccia ai suoi cittadini ebrei, senza pieta’, senza ripensamenti, senza il dubbio, senza il minimo dubbio, senza un perche’.
E gli ebrei morirono, a milioni, un milione e mezzo solo di bambini, morirono nel gas, nelle fosse comuni, bruciati vivi nelle sinagoghe, di fame, di freddo e di malattie.
Mio zio non credeva, chi conosce Trieste sa dove si trova il caffe’ Stella Polare, era la’ a bere il suo caffe’ quando entrarono due delle Gestapo, da là in Risiera e poi a Auschwitz a morire col gas. Era vecchio, vestiva sempre di lino bianco come si era abituato in Grecia, non hanno avuto pietà e come lui altri parenti e amici,
Sei milioni.
Sei milioni.
Sei milioni.
Sei milioni.
Sei milioni.
Sei milioni.
Finita la guerra i superstiti usciti dai campi incominciarono a vagare per l’Europa e allora furono dichiarati “illegali”. Avevavo avuto l’ardire di sopravvivere e nessun paese li voleva.
Quelli che tentavano di scappare verso il pre-Israele venivano fermati dagli inglesi e portati in altri campi di concentramento.
Alla fine fu fondata Israele, la nostra Terra che li accolse e dove incominciarono a vivere come esseri umani ma per breve tempo perche’ era in agguato un’altra belva, quella araba che , alleata dei nazisti, voleva risolvere anche in Palestina il problema ebraico.
E fu guerra.
600.000 ebrei sopravvissuti, con poche armi ma colla forza della disperazione, vinsero quella guerra e costruirono il Paese.
Oggi Israele esiste ma la belva araba non ha rinunciato alla voglia di distruggerlo e di gettare gli ebrei a mare. Settant’ anni fa 15 persone decisero lo sterminio piu’ spaventoso della storia dell’uomo, oggi milioni di ebrei sono qui, hanno creato uno dei paesi piu’ belli e piu’ civili del mondo, lavorano e combattono per poter continuare a vivere nonostante l’odio eterno che li circonda.
Auschwitz e’ là, a memoria, ogni centimetro di quella terra e’ piena di sangue, l’aria racconta i pianti dei bambini e la disperazione degli adulti. I venti hanno disperso in tutta Europa la cenere che usciva dai camini, l’Europa dello sterminio, l’Europa che oggi vorrebbe la distruzione di Israele non solo per odio antico ma per debolezza e servilismo.
“Non ho fatto niente di male, perche’ non dovrei andare a bere un caffe?” diceva mio zio Elio.
Anna Frank , nel suo Diario, scriveva di avere fiducia nella bonta’ degli uomini. Un milione e mezzo di bambini sta ancora gridando laggiu’ dai cieli d’Europa: “volevamo diventare grandi”. Li sentite? Gridano, volevano vivere, non avevano fatto niente, erano solo bambini ebrei. Perche’ li hanno ammazzati? Non esiste risposta.
Israele invece esiste e il Popolo di Israele vive. Ricordatelo sempre!

Deborah Fait

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